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Padoan, flessibilità crea incentivi per buone politiche

Padoan, flessibilità crea incentivi per buone politiche

'Weidmann mi ha citato solo a metà'. Preoccupato per stabilità

BRUXELLES, 02 maggio 2016, 18:10

Redazione ANSA

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"La flessibilità, una parola che pronunciata da un italiano diventa sospetta", ha ironizzato il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan nel suo intervento all'Université Libre de Bruxelles dove ha presentato la strategia per la crescita che il premier Matteo Renzi ha sottoposto al Consiglio europeo. Per lui, invece, si tratta semplicemente di "qualcosa che aiuta a generare i giusti incentivi per realizzare buone politiche" e che questa nel Patto "aiuta a convincere i miei concittadini che le riforme strutturali sono essenziali".

La questione di mettere un tetto ai titoli di stato detenuti dalle banche "non è solo una questione europea ma globale e va discussa dal Comitato di Basilea" altrimenti "questo non è il giusto ordine della sequenza" delle cose. Così Padoan, ribadendo che "il modo in cui" questi temi vengono "messi in agenda influenzano i mercati in un momento in cui la ripresa è ancora fragile". Per questo "sono preoccupato di preservare la stabilità, e questo è chiaramente più rilevante per paesi con un alto debito come l'Italia" ma, ha sottolineato, "non togliamo le cose fuori dal loro contesto".

Condivisione del rischio e riforme strutturali non sono due concetti antitetici ma che si rafforzano tra loro. E' l'idea difesa dal ministro dell'economia. "Concordo pienamente che serve un approccio equilibrato tra condivisione del rischio e mitigazione del rischio", ha detto Padoan ricordando di avere ricevuto critiche dalla Germania secondo cui nel suo documento sono "meno le righe dedicate alle riforme strutturali" che quelle sulla condivisione dei rischi. "Questo vuol dire che io sono contro le riforme strutturali? Assolutamente no", ha ribadito il ministro, spiegando al contrario che "questo mostra semplicemente che c'è la necessità di riequilibrare" la dinamica con "una maggiore condivisione del rischio rispetto a quanto è stato fatto finora", perché al contrario "i due concetti si rafforzano l'un l'altro".

"Il mio buon amico Jens Weidmann che ha detto che sono stato troppo ottimista, ma citando solo la prima metà della mia frase". E' la garbata stoccata lanciata dal ministro Padoan al suo collega economista tedesco, ora Presidente della Banca centrale tedesca.

"C'è un solo ingrediente oggi che manca in Europa: è la fiducia, non ci fidiamo - ha aggiunto Padoan - abbastanza tra di noi". Per questo serve "più integrazione a livello europeo e poi riforme strutturali a livello nazionale" e questo "in tutti gli stati membri", perché "l'Ue è un'unione ma anche un insieme di Stati, quindi ci deve essere un'interconnessione tra le azioni di politica nazionale e Ue", un principio "non ovvio quando i policy makers si riuniscono" a Bruxelles.

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