Bene su riduzione di emissioni
di gas nocivi, male su istruzione universitaria, occupazione e
povertà: è la fotografia dell'Italia nel suo cammino verso i
target fissati da Europa 2020. A livello europeo, secondo
Eurostat, la situazione è più o meno simile.
L'Italia ha avuto una buona performance sulla riduzione
delle emissioni (-19,5%) tra il 1990 e il 2015, superando il suo
target del 6,5%. Nel 2015, ha superato l'obiettivo anche sulle
rinnovabili e sul consumo di energia. Bene anche l'istruzione,
dove ha superato l'obiettivo per quanto riguarda coloro che
abbandonano gli studi precocemente. Ma sull'istruzione
universitaria resta ancora indietro: ha il tasso più basso di
laureati (26,2%) dopo la Romania (25%). Progressi su ricerca e
sviluppo, dove si è avvicinata al target più in fretta dell'Ue.
Male invece su occupazione e povertà, dove si è allontanata
dai target "in seguito alla crisi economica": rispetto al 2008,
le persone a rischio povertà dovevano scendere di 2,2 milioni e
sono invece aumentate di quasi 2,4 milioni. Stesso discorso per
gli occupati: nel 2008 erano il 62,9%, sarebbero dovuti salire
al 67% nel 2020, e invece nel 2016 sono scesi al 61,6%.
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