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Clima-Energia 2030: Ue vara piano e punta a Parigi 2015

Galletti, accordo importante per mondo. Ambientalisti delusi

Redazione ANSA

BRUXELLES - L'Unione europea ha varato la sua strategia in materia di clima-energia 2030 e ora punta decisa verso la conferenza Onu di Parigi 2015. Ma l'accordo lascia delusi gli ambientalisti. La lunga maratona negoziale dei leader europei si è conclusa in nottata con un poker di target, a partire dalla riduzione obbligatoria "di almeno il 40%" della CO2 rispetto al 1990, che verrà ripartito fra i diversi Paesi Ue in obiettivi nazionali. Il principale strumento per arrivarci è il mercato europeo delle emissioni (Ets), unito a nuove misure in settori finora non coperti dall'Ets: agricoltura, trasporti ed edilizia. Un altro obiettivo vincolante del pacchetto, ma solo a livello Ue, è quello di "almeno il 27%" di consumo di energia da rinnovabili. Segue poi un target solo "indicativo" "di almeno il 27%" di aumento dell'efficienza energetica, che sostanzialmente si affida alla buona volontà dei singoli Stati membri.

 

Questi ultimi due obiettivi "non saranno tradotti in target obbligatori nazionali" e i Paesi rimangono padroni di scegliere il proprio mix energetico, ribadiscono i leader Ue. Insieme al tris "40-27-27" bisogna contare anche un "obiettivo minimo" del 10% per il 2020 di interconnessioni della rete elettrica rispetto alla produzione installata, da realizzare al più presto e tramite "misure urgenti", per poi puntare al 15% per il 2030. "E' un accordo importante che dà un segnale al resto del mondo" ha detto il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, guardando chiaramente a Parigi 2015. Ma nel quadro europeo, a gridare vittoria nella partita clima-energia 2030 è prima di tutto la Polonia, che insieme al blocco dei Paesi più "poveri" dell'Est incassa una serie di aiuti e compensazioni tramite il mercato europeo della CO2.

 

"Sono venuta qui dicendo che non sarei andata via con dei costi in più e così è stato" ha detto la premier polacca Ewa Kopacz, lasciando il vertice Ue. Sprizza entusiasmo il presidente francese Francois Hollande, che trova l'accordo "molto ambizioso per il Pianeta, con cui l'Europa dà l'esempio". Soddisfatti anche i leader delle istituzioni Ue, inclusa la commissaria europea uscente al Clima, Connie Hedegaard: "Il taglio vincolante del 40% della CO2 si può raggiungere solo con importanti trasformazioni nella società". Sonora la bocciatura da parte del mondo ambientalista: secondo Greenpeace Ue il pacchetto mette un freno alle rinnovabili e tiene l'Europa "ancorata a carburanti costosi e inquinanti". "Descrivere il 40% come un obiettivo adeguato o ambizioso è pericolosamente irresponsabile" commenta Friends of the Earth.

 

Per il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, si tratta di "una grande occasione sprecata" e secondo Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia di Wwf Italia, "per evitare le peggiori conseguenze di questa decisione l'Ue dovrà rivedere i suoi obiettivi verso l'alto". Sulla stessa linea Monica Frassoni, coordinatrice di Green Italia e copresidente del Partito Verde Europeo, che chiede a Parlamento europeo e Commissione Ue di "non accettare" questa decisione e proporre invece "un pacchetto davvero ambizioso". A tradurre le linee guida in misure concrete sarà la nuova Commissione targata Juncker. L'Ue adesso guarda alla conferenza Onu di Parigi 2015 da cui non dipenderà solo il futuro accordo salva-clima a livello globale, ma anche possibili aggiustamenti della strategia appena varata.

 

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