BRUXELLES - "Accogliamo" la decisione dei capi di stato e di governo Ue che ieri da Goteborg hanno proclamato il pilastro europeo dei diritti sociali, "ma non bisogna dimenticare che ci sono diseguaglianze sociali significative nell'Ue, sia fra un Paese e l'altro sia nei Paesi stessi. Non possiamo permetterci di ignorare la responsabilità ed i poteri delle autorità locali e regionali in questo settore". Così Mario D'Attis, vicepresidente del gruppo Ppe al Comitato europeo delle Regioni (CdR) e relatore del parere, approvato il mese scorso, sul pilastro sociale Ue.
"Visto l'aumento della disoccupazione giovanile, il pilastro europeo dei diritti sociali deve agire adesso per affrontare questo problema urgente", insiste D'Attis, che ha proposto di estendere l'iniziativa Garanzia giovani anche a chi ha più di 30 anni e di introdurre uno schema contro la disoccupazione che sia cofinanziato da fondi Ue e nazionali. "In quanto politica dell'Ue più importante e onnicomprensiva, la coesione contribuisce già al rafforzamento dell'Unione nel suo insieme e riesce ad avere un impatto positivo sulla vita dei cittadini", ricorda il consigliere comunale di Roccafiorita (Sicilia).
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