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Bilancio Ue:a lavoro intesa,in ballo fondi migranti-crescita

Ottimismo rispetto anni passati, tra nodi taglio personale Pe

Redazione ANSA BRUXELLES
(ANSA) - BRUXELLES, 13 NOV - Si lavora a un'intesa tra Commissione, Consiglio ed Europarlamento sul bilancio Ue per il 2016, in cui sono in ballo i fondi per affrontare la crisi dei migranti e per rilanciare la crescita con Piano Juncker, infrastrutture, occupazione giovanile. Rispetto agli anni passati, però, quando erano a rischio i finanziamenti per Erasmus, ricerca e imprese, il clima è più sereno e l'obiettivo, spiegano diverse fonti vicine ai negoziati, è continuare a oltranza, se necessario anche durante la notte, per arrivare a chiudere.

I fondi extra mobilitati dalla Commissione Ue per i rifugiati hanno infatti già ricevuto l'ok. Resta da diminuire il divario tra i pagamenti complessivi per il bilancio 2016 chiesti dal Pe, tradizionalmente sempre più alti (146,4 mld) rispetto a quelli del Consiglio (142,1 mld) e della Commissione (143,5 mld), inizialmente sui 4 mld e ora, a negoziato avanzato, sceso sugli 1,4 mld. Il Consiglio, come anche la Commissione, vogliono infatti mantenere un margine di sicurezza per eventuali spese impreviste in caso di nuove crisi per l'anno prossimo, com'è successo nel 2015 con i migranti. Altri tre i nodi sollevati dal Parlamento. Uno è relativo alla modifica del finanziamento dell'Efsi, il Fondo per il Piano Juncker, su cui Commissione e Consiglio non intendono ritornare in quanto si tratterebbe di venir meno all'accordo che è già stato raggiunto a giugno. Un altro è su un ulteriore impegno per la Garanzia Giovani per la lotta alla disoccupazione, ma Consiglio e Commissione sono contrari in quanto i 6 mld previsti sono già stati liberati tra il 2014 e il 2015, mentre nel 2016 è prevista una revisione dell'utilizzo dei fondi e della loro efficacia in base a cui verrà deciso il da farsi. La presidenza lussemburghese intende avanzare, a titolo di soluzione di compromesso, una dichiarazione d'impegno per rassicurare l'Aula.

Gli eurodeputati chiedono inoltre che vengano utilizzati le risorse in più confluite nel bilancio Ue da multe e così via per andare a riempire i Trust fund per Africa e Siria, mentre gli stati membri, come previsto dai regolamenti, chiedono che siano restituiti ai bilanci nazionali, pur impegnandosi a colmare le carenze dei fondi già sottolineate più volte dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker.

Altro nodo, ma dove è il Consiglio ad avere il coltello dalla parte del manico, sotto la voce amministrazione: il Parlamento non solo non si è impegnato a tagliare il personale del 5% entro il 2017, a differenza delle altre istituzioni Ue, ma questo dovrebbe addirittura aumentare dello 0,4%. Secondo alcune fonti vicine ai negoziati, però, si dovrebbe trovare un'intesa per un rientro controllato con una revisione dei termini della situazione. Escluse da ulteriori tagli del personale le agenzie Ue come Frontex ed Easo in prima linea nell'emergenza migranti.

Non si dovesse trovare un accordo entro stanotte c'è tempo sino al 18 novembre, altrimenti la Commissione Ue dovrà presentare una nuova proposta. (ANSA).

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