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Corte Ue,perseguibili italiani che favorirono entrata rumeni

Anche se Romania è poi entrata nella Ue

Redazione ANSA BRUXELLES
(ANSA) - BRUXELLES, 6 OTT - Il reato di favoreggiamento dell'immigrazione illegale non viene cancellato dalla successiva adesione all'Ue dello Stato di provenienza degli immigrati: è quanto ha deciso la Corte di Giustizia Ue in una sentenza che vede imputati in un procedimento penale davanti al Tribunale di Campobasso alcuni cittadini italiani che hanno favorito l'ingresso illegale di cittadini rumeni al tempo in cui la Romania non era ancora entrata a far parte dell'Unione.

"Secondo una giurisprudenza della Cassazione - spiega la Corte - in base al principio della retroattività della norma più favorevole al reo, l'adesione della Romania all'Ue "cancellerebbe" ex post (quindi retroattivamente), il reato commesso prima di tale adesione, in quanto verrebbe a mancare uno dei presupposti del reato".

Ma la Corte, adita dal Tribunale di Campobasso, ha stabilito oggi che in questo caso non si può applicare il principio di retroattività della legge penale più favorevole, perché non c'è stato un "mutamento di parere" da parte del legislatore circa il reato. Inoltre, "l'acquisizione della cittadinanza dell'Unione da parte delle persone (nel caso di specie, rumene) che sono state aiutate a entrare illegalmente nell'Unione è una situazione di fatto che non ha nulla a che vedere con la condotta tenuta dagli imputati. Diversamente opinando, si arriverebbe a incoraggiare l'illecito traffico di cittadini di uno Stato che inizia il processo di adesione all'Unione, poiché i trafficanti sarebbero rassicurati sul fatto di beneficiare, in seguito, dell'immunità".

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