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Migranti: Francia, Italia identifichi tutti in hotspot

Schengen,ok controlli sistematici. Paesi favorevoli a estenderli

Redazione ANSA LUSSEMBURGO
(ANSA) - LUSSEMBURGO, 13 OTT - "Non è possibile immaginare che una parte dei migranti che arrivano sul suolo italiano non passino per gli hotspot, questo pone rischi per la sicurezza", così il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve ai margini del consiglio Ue, che richiama la necessità di identificare tutti i migranti al loro arrivo. "Se vogliamo fare una dignitosa accoglienza a coloro che hanno bisogno di protezione dobbiamo attuare ciò che è stato deciso, e cioè l'identificazione dei migranti al loro arrivo negli hotspot, ovunque, specialmente in Italia e in Grecia", afferma Cazeneuve.

"Chi non ha diritto alla protezione internazionale deve essere rimpatriato. Una grossa parte di quelli che arrivano a Lampedusa provengono dall'Africa occidentale e non necessitano di protezione". Così il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve a margine del consiglio Ue.

"Al pranzo del consiglio Interni Ue avremo una discussione franca sull'immigrazione ed i compact" con i Paesi africani.

"Abbiamo ancora molto lavoro da fare sulla rotta del Mediterraneo, che non è ancora in buone condizioni". Così il ministro dell'Interno slovacco Robert Kalinak, presidente di turno, al suo arrivo al consiglio Affari interni Ue. Parlando della "solidarietà flessibile" Kalinak ha citato come esempio la collaborazione in atto con l'Austria a Gabcikovo per l'accoglienza dei profughi. "I migranti non sono dei numeri - ha detto -. Hanno la loro volontà e forse dobbiamo adattare le nostre misure alla situazione".

Intanto, sul fronte Schengen, "abbiamo deciso di procedere alla modifica delle regole del codice relative ai controlli" sistematici "alle frontiere" esterne dell'area Schengen. "Era una richiesta forte della Francia. Al Consiglio Ue abbiamo ottenuto la modifica dell'articolo 7.2 per assicurare che ogni europeo - che benefici della libera circolazione nello spazio Schengen - sia controllato al momento del suo ritorno, in particolare da teatri dove sono in corso operazioni terroristiche". Così il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve, a margine del consiglio Ue. "Per noi questa regola deve essere applicata in modo fermo e senza deroghe", ha evidenziato Cazeneuve.

"Credo che occorra avere un'estensione" dei controlli alle frontiere interne quando a novembre scadranno i sei mesi previsti dalla decisione del Consiglio europeo del 12 maggio, in base all'articolo 29 del codice Schengen "o che si debba pensare ad altri passi". Così il ministro dell'Interno austriaco Wolfgang Sobotka al suo arrivo al consiglio Ue. "Penso che occorra guardare la realtà. In Grecia ci sono 50mila profughi che non sono stati ancora del tutto o in parte registrati e ce ne sono molti sulla rotta balcanica, quindi penso che sarà difficile che il sistema possa essere funzionante a novembre", ha affermato Sobotka.

"Vogliamo tornare ad una Schengen senza controlli alle frontiere interne, ma questo presume un efficace controllo delle frontiere esterne" dell'Unione, quindi "penso sia giusto estendere la possibilità di controlli alle frontiere interne su base europea". Così il ministro dell'Interno tedesco Thomas de Maiziere al suo arrivo al consiglio Ue a Lussemburgo, sul da farsi quando a metà novembre scadranno i sei mesi previsti dalla decisione del Consiglio europeo del 12 maggio, in base all'articolo 29 del codice Schengen. "Ci sono le basi formali" per il prolungamento dei controlli alle frontiere interne. Così il ministro dell'Interno svedese Anders Ygeman. Tuttavia, spiega, la Svezia non ha ancora preso una decisione formale sul da farsi in vista della scadenza della decisione presa dal Consiglio europeo del 12 maggio (art. 29 del codice Schengen). La decisione che scade a metà novembre, ha consentito a cinque Paesi Schengen (Austria, Germania, Svezia, Danimarca, Norvegia) di ripristinare i controlli, a causa della situazione in Grecia. Intanto secondo fonti diplomatiche francesi, olandesi, lettoni e finlandesi - sentite dall'ANSA - i rispettivi Paesi non si opporranno all'estensione dei controlli, nel quadro Ue.(ANSA).

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