La situazione dei ritardi dei
pagamenti alle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni
è migliorata dopo l'introduzione della direttiva Ue e la
campagna d'informazione europea. Molto, però, resta ancora da
fare. E' quanto è emerso al seminario conclusivo della campagna
d'informazione durata due anni della Dg impresa della
Commissione Ue sui ritardi dei pagamenti, a cui hanno
partecipato anche l'ex commissario all'industria e attuale vice
presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, 'padre' della
direttiva, e gli advisor sulla situazione in Italia Giorgio
Merletti, presidente di Confartigianato, e Paolo Buzzetti,
presidente dell'Ance.
"La fine della campagna non è la fine del nostro impegno, ci
aspetta ancora un lavoro intenso per ridurre i ritardi dei
pagamenti" in Europa, ha dichiarato il direttore generale della
Dg impresa Daniel Calleja Crespo. Spetta però agli stati membri,
ora che la direttiva è in vigore in tutta Europa da marzo 2013,
aiutare le pmi assicurando il rispetto e la corretta
applicazione della normativa.
Secondo i dati già noti di un rapporto di maggio realizzato
da Intrum Justitia e citati dalla Commissione Ue, l'indice
europeo 2014 dei pagamenti dimostra come la durata media dei
ritardi sia diminuita da quando è iniziata la campagna
d'informazione Ue. La media Ue dei giorni necessari per
effettuare i pagamenti da parte delle pa alle imprese europee è
infatti scesa dai 65 del 2012 ai 58 del primo trimestre 2014, e
da 52 a 47 per quelli tra imprese. Sono però aumentati i costi,
con debiti non pagati saliti a 360 miliardi nel 2014, pari a +10
mld rispetto al 2012. I dati relativi all'Italia parlavano di
165 giorni per la pa e di 94 giorni per le imprese, con una
stima di 2,6% di giro d'affari totale perso per il 2014 a causa
dei ritardi dei pagamenti.
"Questa non è la fine ma solo l'inizio di una nuova pagina,
c'è ancora molto da fare per arrivare a una perfomance
migliore", ha riconosciuto il direttore per pmi e imprese della
relativa Dg della Commissione Ue Joanna Drake, anche perché, ha
ricordato il vice direttore generale Antti Peltomaki, "la
situazione economica è ancora molto fragile e i ritardi dei
pagamenti sono una delle cause alla radice della chiusura di
molte pmi".
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