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Giochi:Corte Ue,ok a nuova gara con concessioni più brevi

Giochi:Corte Ue,ok a nuova gara con concessioni più brevi

Causa Stanleybet-ministero dell'Economia

BRUXELLES, 22 gennaio 2015, 15:31

Redazione ANSA

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In materia di giochi d'azzardo, il diritto Ue "non osta all'organizzazione di una nuova procedura di gara per l'attribuzione di concessioni di durata inferiore alle precedenti", così la sentenza della Corte di giustizia Ue in merito alla causa Stanley International Betting e ministero dell'Economia italiano. Le società della Stanley chiedevano l'annullamento della gara del 2012, e una nuova gara, criticando la durata delle nuove concessioni (40 mesi), molto inferiore rispetto alle precedenti (tra 9 e 12 anni). Dopo le sentenze della Corte Ue, per garantire la conformità al diritto europeo, nel 2006 e nel 2012, l'Italia ha riformato il settore del gioco d'azzardo. A seguito di questa riforma, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato ha bandito, nel 2012, una gara per l'attribuzione di 2mila nuove concessioni.

La società britannica Stanley International Betting e la sua controllata maltese Stanleybet Malta, escluse dalle gare precedenti, hanno chiesto l'annullamento della gara del 2012 criticando la durata delle nuove concessioni - 40 mesi - di molto inferiore a quella delle precedenti - fra 9 e 12 anni -.

Contestato anche il carattere esclusivo dell'attività di commercializzazione dei prodotti di gioco e il divieto di cessione delle concessioni.

Adito in ultima istanza, il Consiglio di Stato ha chiesto alla Corte di giustizia se il diritto Ue ammetta una normativa nazionale che, in ragione di un riordino del sistema volto all'allineamento delle scadenze delle varie concessioni, preveda una gara per il rilascio di concessioni di durata inferiore rispetto a quelle rilasciate in passato.

Nella sua sentenza, la Corte afferma che "tanto la revoca e la ridistribuzione delle precedenti concessioni, quanto la messa a concorso di un numero adeguato di nuove concessioni sono soluzioni appropriate per rimediare all'esclusione illegittima di alcuni operatori" e sta alle autorità nazionali decidere quale soluzione scegliere.

La Corte ne trae la conclusione che la normativa italiana rispetta i principi di parità di trattamento e di effettività.

I giudici di Lussemburgo ricordano inoltre che le restrizioni alle attività dei giochi d'azzardo possono essere giustificate da motivi imperativi di interesse generale, come la tutela dei consumatori, la prevenzione delle frodi, e dell'incitamento dei cittadini a spese eccessive legate al gioco, oltre che dall'obiettivo della lotta contro la criminalità.

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