Dopo il via libera Ue al cosiddetto 'meccanismo della riserva di stabilità', ecco allora un set di nuovi criteri per il post 2020. Il primo fattore che cambia è quello lineare di riduzione delle quote a disposizione, che dall'attuale 1,74% del periodo 2013-2020 (che taglia circa 38 milioni di permessi ogni anno) passa al 2,2% a partire dal 2021, con un taglio annuale di circa 48 milioni di quote. La fetta di permessi che andrà all'asta rimarrà la stessa (57%) e il resto sarà costituito da quelli gratuiti, che saranno distribuiti favorendo i settori dell'industria più energivori e ad alto rischio delocalizzazione. "Saranno coperti ad esempio alluminio, sementi, vetro, carta, fertilizzanti" riferiscono fonti Ue.
L'ammontare dei permessi gratuiti a disposizione sarà differenziato a seconda del rischio di delocalizzazione (fino al 100% per una categoria e fino ad un massimo del 30% per un'altra categoria) e sarà basato sulla migliore performance tecnologica del periodo 2014-2017. (ANSA)
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