Il Tribunale Ue, sezione della
Corte di Giustizia dell'Unione europea, ha respinto il ricorso
presentato da alcune società attive nel settore dell'acciaio,
fra le quali l'italiana Redaelli Tecna, condannate anni fa per
un'intesa nel comparto dei prodotti precompressi tra gli anni
'80/'90 e 2002. I giudici di Lussemburgo hanno invece accolto
l'istanza presentata da altre aziende, fra le quali la Ori
Martin che si è vista ridurre la sanzione di 700mila euro: dai
14 milioni precedentemente stabiliti a 13,3 milioni.
"Nelle sue 10 odierne sentenze - si legge in una nota - , il
Tribunale respinge la maggior parte dei ricorsi. Così è per i
ricorsi proposti dalle società Socitrel, Companhia Previdente,
Nedri Spanstaal, HIT Groep, Emesa Trefileria, Industrias
Galycas, Redaelli Tecna nonché WDV, WDI e Pampus. Il Tribunale
accoglie tuttavia gli argomenti di varie imprese sanzionate,
ritenendo che le sanzioni loro inflitte non rispecchiassero
sufficientemente la loro partecipazione individuale a
un'infrazione complessa. Esso opera quindi riduzioni di ammenda
in varie cause. Per quanto riguarda, anzitutto, l'Ori Martin,
considerata responsabile in solido della partecipazione della
sua controllata Slm all'intesa, il Tribunale riduce la parte di
ammenda sopportata a titolo solidale dall'Ori Martin da EUR 14
milioni a EUR 13,3 milioni. Il Tribunale ritiene, infatti, che,
per determinare l'importo dell'ammenda inflitta alla Slm, non si
debba tener conto del valore delle vendite realizzate in Stati
che non erano interessati dall'intesa. Poiché tali vendite sono
avvenute in gran parte nel periodo in cui l'Ori Martin
rispondeva in quanto società controllante delle azioni della
Slm, la parte dell'ammenda inflitta a titolo solidale all'Ori
Martin ne risulta proporzionalmente ridotta".
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