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Stop traffico organi, Italia e 13 Paesi firmano convenzione

Medici consenzienti o omertosi saranno puniti

Redazione ANSA STRASBURGO
(ANSA) - STRASBURGO, 25 MAR - L'Italia e altri 13 paesi membri del Consiglio d'Europa hanno firmato oggi a Santiago di Compostela, in Spagna, la Convenzione contro il traffico d'organi umani elaborata dall'organizzazione paneuropea e aperta alla ratifica di tutti i paesi del mondo e dell'Unione europea.

Oltre al nostro Paese, la Convenzione che vuole combattere attivamente il fenomeno è stata sottoscritta anche da Albania, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Grecia, Lussemburgo, Moldavia, Norvegia, Polonia, Portogallo, Spagna, Turchia e Gran Bretagna. Per il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland, l'alto numero firme "è un importante segnale dell'impegno di questi Stati a mettere in atto le misure contenute nel primo trattato vincolante che criminalizza tutte le attività legate al traffico e alla commercializzazione illegale di organi umani". Jagland ha evidenziato il "valore aggiunto" contenuto nell'adesione alla Convenzione di alcuni Paesi. In primo luogo la Gran Bretagna, le cui autorità sono "preoccupate" per l'aumento dei casi di traffico e commercializzazione illegale di organi e che sinora non ha mai firmato alcuna convenzione del Consiglio d'Europa in materia di trapianti. Ma anche Moldova e Turchia, Paesi che sono stati già coinvolti nel traffico di organi umani come dimostrato anche da un rapporto del 2003 dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Il segretario generale ha quindi invitato tutti gli Stati a firmare e ratificare al più presto la Convenzione. Un testo che si articola su tre punti cardine. Criminalizza non solo il traffico d'organi ma anche la loro commercializzazione illegale.

Permette di punire chi pubblicizza la vendita d'organi, chi negli ospedali chiude un occhio sul paziente che stranamente si presenta con organo trapiantato non si sa dove e che esercita tante altre attivita' che ora non possono essere perseguite.

Infine è il primo testo che impone agli Stati di proteggere, attraverso misure idonee, le vittime del traffico e della commercializzazione illegale di organi.

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