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Università: Italia ultima in Europa per laureati 30enni

E tra maglie nere per abbandoni. Dati Eurostat 2015

Redazione ANSA BRUXELLES
(ANSA) - BRUXELLES, 27 APR - L'Italia ancora una volta ci conferma l'ultima in Europa per numero di laureati, al di sotto del target Ue fissato per il 2020. Resta anche tra le maglie nere per gli abbandoni scolastici, sebbene su questo fronte abbia già raggiunto l'obiettivo di riduzione fissato da Bruxelles. E' l'immagine che scattano i dati Eurostat per il 2015, secondo cui solo il 25,3% degli italiani tra i 30 e i 34 anni aveva una laurea l'anno scorso, la percentuale più bassa di tutti i 28 Paesi Ue. Di questi ben il 30,8% sono donne e solo il 20% sono uomini, un divario sempre più in crescita. Anche se nel complesso in netto miglioramento rispetto al 2002 quando il totale era del 13,1% di laureati tra i trentenni, di questi il 14,2% erano femmine e il 12% maschi. Non è lontano ma resta ancora da raggiungere il target del 26% totale fissato per il 2020. Tra gli altri 'ultimi della classe' per numero di laureati tra i 30 e i 34 anni la Romania (25,6%), Malta (27,8%), e Slovacchia (28,4%), mentre i 'primi' sono Lituania (57,6%), Cipro (54,6%), Irlanda e Lussemburgo (52,3%), e Svezia (50,2%).

L'Italia è anche quartultima in Europa per gli abbandoni scolastici. Arriva infatti ancora al 14,7 percentuale dei ragazzi italiani tra i 18 e i 24 anni che hanno completato al massimo la scuola secondaria inferiore e che non seguono nessuna formazione. Anche qui c'è un divario, sebbene meno marcato rispetto alla laurea, tra ragazzi (17,5%) e ragazze (11,8%). Il trend è comunque in miglioramento rispetto al 2006, quando nel complesso gli abbandoni erano al 20,4%, di cui 23,8% maschi e 17% femmine. L'Italia, infatti, ha in questo caso già raggiunto il suo target per il 2020, fissato al 16%. I Paesi europei in cui gli abbandoni sono superiori, però, sono solo tre: Spagna (20%), Malta (19,8%) e Romania (19,1%). Il minor numero di ragazzi che lascia la scuola anzitempo invece si trova in Croazia 82,8%), Slovenia (5%), Cipro e Polonia (5,3%) e Lituania (5,5%).(ANSA).

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