"Un segnale forte e un messaggio chiaro" diretto a Mosca, secondo il segretario generale della Nato che - mentre da Berlino il ministro delle Difesa americano Ashton Carter conferma che gli Usa stanno valutando l'invio di armi pesanti nell'est europeo - "accoglie con grande favore" la scelta Ue.
Una decisione che invece viene definita come "non facile" da Federica Mogherini. L'alto rappresentante la spiega come "naturale conseguenza" del vertice di marzo scorso, ricordando che tre mesi fa i leader europei avevano già descritto la rotta:senza "importanti passi avanti" nella messa in atto degli accordi di Minsk le sanzioni non sarebbero state tolte.
Ma da Lussemburgo arrivano i segnali della voglia di disgelo.
Tanto che l'alto rappresentante specifica come l'estensione delle sanzioni - decise a luglio 2014 dopo l'abbattimento del volo MH17 e rafforzate a fine agosto dopo l'offensiva nel Donbass - "non significa che non ci siano sforzi per aumentare i livelli di dialogo".
E Paolo Gentiloni sottolinea che l'Europa continua a seguire quel "doppio binario" su cui si è mossa sin dall'inizio: ovvero fermezza e unità sulle sanzioni per convincere Mosca a cambiare strada in Ucraina, ma anche ricerca di dialogo perché della Russia non si può fare a meno nei tanti dossier internazionali aperti: dalla Libia al nucleare iraniano (per il quale oggi a Lussemburgo il ministro degli esteri di Teheran, Zarif, incontra Mogherini ed i colleghi di Germania, Francia e Gran Bretagna) dalla Siria al processo di pace in Medio Oriente. Un dialogo che al momento, secondo il capo della Farnesina, è "buono su molti temi, ad esempio in Libia e Siria".
Intanto però mercoledì la ministeriale difesa dell'Alleanza Atlantica farà un'altro passo nel rafforzamento della difesa a est. Il segretario generale, Jens Stoltemberg, sostiene che "con la Russia non siamo tornati a uno scenario da guerra fredda" e che se anche "non abbiamo più una partnership strategica", con Mosca si sta "lavorando in un'area di mezzo". La stessa in cui sostanzialmente lavora la Ue, con Federica Mogherini che riconosce come l'Europa sta "lavorando costruttivamente" con Mosca non solo "nel vicinato meridionale e in medio oriente" ma anche "nel tentativo di ristabilire l'integrità territoriale dell'Ucraina in tempi non lunghi".
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