Quanto all'impatto che l'estensione dell'embargo avrà sull'economia europea, va detto che non dovrebbero esserci nuove conseguenze per il settore suinicolo, già dallo scorso febbraio messo al bando da Mosca. Più difficile invece, rischia di diventare la situazione per quanto riguarda il bando dei grassi e delle frattaglie di bovini: nel 2013 infatti, questi prodotti hanno rappresentato il 50% dell'intero export Ue del settore bovino verso la Russia, ossia 47 milioni di euro rispetto ad un totale di 83 milioni. A medio termine questa situazione potrebbe avere un impatto negativo sul mercato della carne bovina. "Un ulteriore danno che il settore agroalimentare europeo è costretto a subire per una crisi internazionale che non ha provocato". Questo il commento di Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, alla notizia dell'estensione dell'embargo russo a farine animali, grassi di bovini, suini e pollame, e altri derivati bovini e suini comunitari per la presunta presenza di sostanze non ammesse.
"Non possiamo continuare - ha proseguito De Castro - a intervenire a posteriori e in maniera parziale per sanare i danni che queste contro-sanzioni stanno provocando ai nostri prodotti. Dobbiamo lavorare sul fronte diplomatico per fermare questa escalation che non aiuta l'Ucraina e nuoce solo alle produzioni europee, in particolar modo a quella agroalimentare che sta pagando più di tutte per questa situazione".
Se non agiamo con tempestività - ha concluso De Castro - "rischiamo che l'embargo venga esteso a un numero ancora maggiore di prodotti, con danni che potrebbero segnare per molto tempo la nostra economia".
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