"Sappiamo bene che questi gruppi armati - attacca Pittella, di ritorno da una missione in Congo - uccidono e violentano senza pietà pur di avere il controllo totale di questi giacimenti. Come ci ha detto il premio Sakharov, il ginecologo congolese, Denis Mukwege, l'unica soluzione per spezzare questa catena è rendere obbligatoria la tracciabilità di queste materie prime, in modo da fermare lo sfruttamento e la guerra". La Commissione Industria e Commercio del Parlamento europeo, polemizza Pittella, ha votato contro questa proposta "per colpa dei conservatori e dei liberali che con il loro no hanno rappresentato gli interessi delle multinazionali, e non quello della popolazione congolese". "Tuttavia - aggiunge - porremo la questione alla sessione di Strasburgo di maggio e speriamo che la plenaria possa ribaltare il voto in Commissione". L'ex ministro, Cecile Kyenge (Pd), anche lei di ritorno da Kinshasa, pone l'attenzione sulla fragilità della democrazia in Congo: "l'Europa deve vigilare per assicurare la partecipazione di tutti, tutelando la libertà di espressione. Di recente è stata scoperta una fosse comune a Maluku: l'Ue - conclude - deve chiedere un'inchiesta internazionale per fare piena luce sull'episodio".
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