Chissà se la svolta impressa dall'Eliseo possa riaprire i giochi. Ad ogni modo, nel giorno in cui il Presidente dell'Europarlamento Martin Schulz, l'Alto Rappresentante Ue Federica Mogherini e Jean Claude Junker, osservano in Aula un minuto di silenzio, gli ultras anti-europei, i greci di Alba Dorata e gli ungheresi di Jobbik tornano a definire l'Unione europea come un 'mostro', un "Frankenstein che vuole uccidere il suo creatore". Gli attacchi di Parigi, attacca Georgios Epiditios (Alba Dorata) "sanciscono la fine dell'Europa multiculturale, multirazziale e multireligiosa: è chiaro a tutti che italiani e greci possono integrarsi, cristiani e musulmani molto meno. Sono convinto che ci saranno altri attacchi. E che di fronte a questa enorme disgregazione - aggiunge - forze come la nostra in tutta Europa guadagneranno consensi". Punto cruciale per le destre estreme europee è porre un fine all'ingresso di migranti. "Ora - attacca Epitidios - è necessario fermare subito il flusso della migrazione e riprendere politiche di sviluppo dei singoli Stati". Anche gli ultras ungheresi di Jobbik, sul loro sito web insistono su questo punto: "C'è un nesso fortissimo tra immigrazione e terrorismo, un fenomeno fortemente in crescita da quando è cominciata l'invasione. Tutte le politiche migratorie sono fallite. Chi le ha sostenute - prosegue Jobbik - è indirettamente responsabile di questo massacro". Di parere opposto Gianni Pittella, presidente del gruppo europeo socialista e democratico, che ieri era davanti al Bataclan per deporre un fiore: "Invece di distruggere l'Europa, costruiamola più forte, più capace, più soggetto, meno oggetto. E' l'egoismo nazionale - osserva - che frena e blocca la creazione di un'Europa efficiente e al passo con le sfide globali. Proprio i limiti dell'approccio nazionale segnano il fallimento dell'intelligence. Se fosse esistita un'intelligence europea o almeno un migliore coordinamento europeo - conclude Pittella - forse adesso non saremmo qui a piangere questi morti".
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