Shinzo Abe

Redazione ANSA

Alla guida del governo del Giappone per la seconda volta nel dicembre 2012 - dopo aver ricoperto l'incarico per poco più di un anno, a partire dal 2006 - Shinzo Abe, nipote di Nobusuke Kishi (premier dal 1957 al 1960), si prepara a diventare il più longevo premier dal dopoguerra. Sfruttando l'estensione del limite dei mandati per la leadership - dagli attuali 2 a 3 - approvata dal congresso del partito Liberal democratico a inizio marzo, il 62enne Abe potrà trovarsi al governo fin dopo le Olimpiadi di Tokyo 2020.

Al suo insediamento il leader conservatore aveva promesso il rilancio dell'economia con l'uscita dalla quasi ventennale deflazione attraverso la sua "Abenomics”, basata su politiche fiscali e monetarie espansive e il progressivo incremento della spesa pubblica, le riforme e il ripristino graduale del nucleare come maggiore fonte di approvvigionamento energetico - malgrado gli strascichi della catastrofe di Fukushima - e una condotta risoluta sulle dispute territoriali con la Cina e la Russia. Nel corso degli ultimi 5 anni, gli enormi stimoli del governo per incrementare la domanda interna e spingere il prodotto interno lordo, complice anche la congiuntura internazionale debole, non hanno sortito del tutto gli effetti desiderati: l'economia nipponica resta fiacca e la spirale della deflazione permane, mentre il debito pubblico continua il suo ampliamento.

A metà del suo secondo mandato, nel settembre 2015, Abe ha introdotto una riforma che sostiene l'incremento della natalità e un maggiore supporto alle politiche demografiche, di cui il Paese avverte fortemente il bisogno. Negli ultimi 10 anni, secondo le rilevazioni dell'Istituto nazionale di ricerca, le persone in età lavorativa in Giappone sono diminuite del 6%, e il Paese potrebbe veder ridotta la popolazione di un terzo nell'arco dei prossimi 50 anni. Complice il dimezzamento del valore dello yen al cambio col dollaro, dal dicembre 2012, gli analisti ritengono che l'economia nipponica continui a essere eccessivamente dipendente dell'export, una variabile non sufficiente a garantire l'invocato incremento dei salari, l'inversione del trend demografico e la valorizzazione della domanda interna per i consumi.

La recente cancellazione del trattato transpacifico (Tpp), ideato per contrastare anche l'espansione economica della Cina, secondo gli esperti, potrebbe destabilizzare l'alleanza con gli Stati Uniti, quella che Shinzo Abe considera il fondamento della politica estera del Giappone. A questo riguardo, sul fronte diplomatico le contese territoriali con Pechino sul controllo delle isole Senkaku, sono sfociate sul programma di riforma costituzionale con il progetto di modifica dell'interpretazione pacifista dell'articolo 9. Il consolidamento delle relazioni tra il premier giapponese e l'amministrazione statunitense guidata da Donald Trump (i leader si sono già incontrati due volte), a questo punto, diventerà sempre più determinante.

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