'Serve un confronto schietto tra di noi'

Intervista al ministro degli esteri giapponese: 'necessaria una solida coesione'

Redazione ANSA

Con l'adesione di Paesi che condividono valori fondamentali e interessi strategici, il G7 ha un'importanza quanto mai rilevante per affrontare le complesse sfide globali nella sicurezza (vedi il terrorismo e l'estremismo) e nell'economia: è la visione di Fumio Kishida, il ministro degli Esteri del secondo governo del premier Shinzo Abe dal 26 dicembre del 2012 e volto della continuità di Tokyo in politica estera che auscpica un "confronto schietto" tra i ministri a Lucca, convinto che per affronatre le nuove sfide serva una "solida coesione". 

 Nato a Hiroshima 59 anni fa in una famiglia dalla lunga tradizione di politici del Partito Liberaldemocratico, Kishida segnala le criticità del nuovo protezionismo e delle minacce all'ordine internazionale, come nei programmi nucleari e missilistici della Corea del Nord, e ritiene necessario che il Gruppo dei Sette Grandi mostri forte leadership e faccia da traino "di un ordine internazionale libero, aperto e basato sulle regole". Il ministro, in questa lunga intervista con l'ANSA, parla dei rapporti con gli Usa nell'era Trump e con la Cina, rispettivamente l'alleato storico e l'altra potenza economica in espansione dell'Estremo Oriente, e di quelli tra Giappone e Italia che nel 2016 hanno festeggiato i 150 anni delle loro relazioni diplomatiche con la naturale prospettiva di ulteriore consolidamento a tutto campo.

Perché il G7 è importante rispetto agli attuali scenari internazionali, come la crescita dei mercati emergenti, il cambio di leadership nei maggiori Paesi e la crisi dei flussi migratori in Europa? Quale ruolo può avere? 

Nella società internazionale odierna, da una parte si avverte la preoccupazione per l'avanzamento del protezionismo e della tendenza a chiudersi all'interno e, dall'altra, vengono condotti tentativi di modifica unilaterale dello status quo, fra cui lo sviluppo missilistico e nucleare da parte della Corea del Nord, che fanno vacillare l'ordine internazionale. In questa situazione, il G7, i cui Paesi membri condividono valori fondamentali e interessi strategici, riveste un'importanza quanto mai elevata e ritengo che debba rafforzare la collaborazione e l'impegno nei campi della sicurezza e dell'economia, nonché dimostrare una forte leadership.  Vorrei sottolineare che alla riunione dei ministri degli Affari Esteri del G7 di Lucca, e al Vertice di Taormina, vada lanciato un forte messaggio per il mantenimento e lo sviluppo della cooperazione globale nel rispetto di un ordine internazionale libero, aperto e fondato sulle regole.  Auspico quindi che si approfondisca tra i Paesi membri del G7, a partire dall'Italia che riveste la presidenza, il dibattito sulle misure concrete contro i temi che si trova a fronteggiare la comunità internazionale e che emerga tra i Paesi una solida coesione.

Che tipo di leadership il Giappone si aspetta dall'Italia, come Paese organizzatore, nella Ministeriale degli Esteri di Lucca? Quali sono le lezioni che il Giappone ha imparato nel 2016 quando ha retto la presidenza e come può essere centrata una transizione ordinata tra le due presidenze? 

Durante il vertice dei ministri degli Esteri dello scorso anno a Hiroshima, in cui ho rivestito il ruolo di presidente, dopo uno scambio di opinioni acceso ma schietto, tipico dei membri del G7, siamo riusciti a inviare un messaggio forte alla comunità internazionale riguardo ai temi più urgenti. Da allora la comunità internazionale si è trovata ad affrontare diverse sfide ed è entrata in un anno caratterizzato da potenziali cambiamenti, quali cambi di governo o elezioni in molti dei principali Paesi. In siffatta situazione riveste una importanza sempre maggiore il ruolo del G7 come traino di un ordine internazionale libero, aperto e basato sulle regole. Anche durante la riunione dei ministri degli Esteri del G7 di Lucca è mia intenzione confermare la risolutezza della grande solidarietà fra i Paesi membri, a sostegno della pace e della prosperità della comunità internazionale. A tal fine, in qualità di ex presidente, appoggerò completamente il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano. A febbraio, in occasione dell'incontro con il ministro Alfano durante la riunione dei ministri degli Esteri del G20 di Bonn, gli ho mostrato questa mia ferma intenzione e coopererò a stretto contatto con lui per il successo del G7 dei ministri degli Esteri di Lucca.

Quali risultati il Giappone si aspetta dalla Ministeriale di Lucca? E quale ruolo vede per il Giappone? 

In quanto membro del G7, che traina un ordine internazionale libero, aperto e basato sulle regole, intendo confermare la cooperazione fra i Paesi del G7 e svolgere un aperto scambio di opinioni sulle situazioni regionali e le tematiche urgenti che si trova a fronteggiare la comunità internazionale, come il terrorismo o l'estremismo violento.  Vorrei inoltre confrontarmi in modo schietto, come spesso accadde tra i membri del G7, anche circa la situazione in Asia e la sicurezza marittima, temi intorno a cui il dibattito si è fatto più profondo nell'ambito del G7.  A tal fine, in quanto ex presidente e ministro degli Esteri in carica da più tempo, intendo contribuire al successo della Ministeriale degli Esteri di Lucca partecipando attivamente al dibattito.  

Lo scorso anno Giappone e Italia hanno celebrato i 150 anni delle loro relazioni diplomatiche. Qual è la visione da parte del Giappone e quali aspettative ha per un ulteriore rafforzamento nel futuro?

Il G7 dei ministri degli Esteri si tiene a Lucca quest'anno, e cento anni fa Giacomo Puccini, originario proprio di questa città, presentava all'Italia il Giappone - una realtà all'epoca ancora lontana - componendo l'opera "Madama Butterfly, ambientata nel nostro Paese. Un'identità nazionale improntata all'amore per l'arte e per la cultura ricca di tradizione è un elemento di comunanza che i nostri due popoli possono vantare nei confronti del mondo. Sono sicuro che, grazie ai numerosi eventi celebrativi organizzati lo scorso anno in occasione del 150/mo anniversario delle relazioni fra i nostri Paesi, gli italiani abbiano potuto approfondire la conoscenza del Giappone. Anche nei rapporti fra i due Paesi, che si fondano su questi legami di amicizia fra i rispettivi popoli, Giappone e Italia sono partner importanti, che condividono valori fondamentali. Sono lieto che negli ultimi tempi, complice anche il 150/mo anniversario, le relazioni tra i due Paesi si siano approfondite sempre più.  D'altra parte, se si considera la sfera economica, ci sono ancora margini di sviluppo nelle relazioni economiche tra i nostri Paesi, due fra le maggiori potenze economiche al mondo. Tra Giappone e Italia, in testa al mondo in quanto a produzione, esistono ampie possibilità di cooperazione nel settore dell'equipaggiamento e delle tecnologie per la difesa. Sotto questo punto di vista, è estremamente significativo aver trovato un'intesa circa l'avvio dei negoziati per l'accordo di trasferimento di equipaggiamento e tecnologie per la Difesa durante l'incontro bilaterale al vertice, tenutosi lo scorso mese a Roma.  Inoltre, l'ambito della collaborazione non si limita ai rapporti bilaterali. Anche sotto l'aspetto della politica e della sicurezza, dovendo fronteggiare le gravi problematiche della comunità internazionale, quali il terrorismo e l'estremismo violento, cresce sempre più l'esigenza di un rafforzamento della cooperazione fra Giappone e Italia, in quanto Paesi che si sono avvicendati alla Presidenza del G7 e membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.  Intendo rafforzare ulteriormente la cooperazione fra i nostri Paesi per la pace e la prosperità globali, collaborando a stretto contatto col ministro Alfano.

Ci sono timori su quali politiche potrebbero cambiare dopo l'insediamento dell'amministrazione di Donald Trump e quali effetti potrebbero avere sulle relazioni Usa-Giappone. Lei e il segretario di Stato Rex Tillerson, così come il premier Abe e il presidente Trump, avete avuto incontri positivi. Come valuta lo stato delle relazioni bilaterali sotto la nuova presidenza Usa e come il Giappone lavorerà per evitare ricadute negative dalle incertezze politiche? 

Il presidente Trump è in carica da un mese e attualmente gli Stati Uniti stanno riesaminando diverse politiche. È un dato di fatto che, mentre si fa sempre più severo il clima di sicurezza regionale, ci siano voci incerte circa l'impegno degli Stati Uniti nei confronti della pace e della prosperità internazionali.  Proprio alla luce di questa situazione, ritengo estremamente importante dimostrare che l'alleanza fra Giappone e Stati Uniti è salda anche sotto la nuova amministrazione Trump. In occasione della visita negli Stati Uniti lo scorso febbraio, il primo ministro Abe, oltre ad approfondire svariate problematiche con il presidente Trump, ha stabilito un rapporto di fiducia personale con lui, e ha inviato al mondo un segnale della solidità dell'alleanza fra Giappone e Stati Uniti. Anche io, da quando è in carica il segretario di Stato Tillerson, ho già avuto cinque colloqui, compresi quelli telefonici, e mi sto confrontando con lui, fra gli altri temi, circa il futuro concreto della nostra cooperazione. L'alleanza fra Giappone e Stati Uniti è alla base della pace e della stabilità della regione. Sottolineo il mio impegno affinché le solide fondamenta della nostra alleanza si rinsaldino ancora di più.

Cina: il ruolo degli Stati Uniti in Asia potrebbe far fronte ad alcuni cambi sotto l'amministrazione Trump. Contro questi possibili effetti negativi, come vede il Giappone la posizione della Cina nella regione? E ancora, cme vede il Giappone il suo ruolo nella regione in questa situazione? 

Oggi, l'ambiente di sicurezza della regione Asia-Pacifico è sempre più severo e in questo contesto l'alleanza fra Giappone e Stati Uniti, finora alla base della pace e della prosperità della regione, contribuisce alla sua stabilità. Questo punto è stato riconfermato anche durante lo scorso vertice nippo-americano.  Allo stesso tempo, sono molto importanti, non solo per il Giappone ma per l'intera comunità internazionale, le relazioni fra Stati Uniti e Cina, due colossi dell'economia mondiale. Ritengo significativo, al fine di garantire la pace e la stabilità della regione e della comunità internazionale, che Cina e Stati Uniti continuino il dialogo costruttivo su molteplici temi. Inoltre, anche per il Giappone il rapporto con la Cina è una delle relazioni bilaterali più importanti. Lo sviluppo pacifico della Cina rappresenta opportunità anche per il Giappone, e solide relazioni fra i due Paesi sono indispensabili per la stabilità e la prosperità della regione. Quest'anno ricade il 45/mo anniversario della normalizzazione dei rapporti diplomatici con la Cina, e l'anno venturo segnerà il 40° anniversario del Trattato di pace e amicizia fra Giappone e Cina: due anni memorabili per le relazioni fra i due Paesi. Nel corso dei diversi incontri al vertice o tra i ministri degli Esteri ci siamo trovati d'accordo sulla volontà di miglioramento delle relazioni bilaterali, cogliendo suddette ricorrenze. Continuerò a rafforzare l'alleanza fra Giappone e Stati Uniti, alla base della pace e della prosperità dell'Asia-Pacifico, e allo stesso tempo intendo collaborare per migliorare le relazioni con la Cina per contribuire insieme alla pace e alla stabilità della regione.

 Commercio: Adesso il presidente Trump ha espresso i suoi piani perché gli Usa lascino il Tpp, l'accordo di libero scambio a 12 della Trans-Pacific Parnership, il Giappone cercherà un accordo accordo bilaterale con gli Usa? Qual è il punto di vista nipponico sul Rcep, il partenariato regionale economico solelcitato dalla Cina? 

Il Giappone ha illustrato in più occasioni agli Stati Uniti il valore economico e strategico del Tpp. Gli Usa non cambieranno la loro posizione nei confronti del Tpp nell'immediato futuro, ma ritengo che il motivo per il quale il Giappone punta sul Tpp sia stato compreso.  Nel vertice nippo-ammericano di febbraio siamo stati concordi sulla necessità di creare un'area economica libera ed equa nella regione Asia-Pacifico sotto la guida del Giappone e degli Stati Uniti. Quindi rifletteremo su tutte le scelte future con l'obiettivo comune di estendere al mondo intero un mercato libero ed equo.  Al fine di approfondire i rapporti economici tra Giappone e Usa, proficui per entrambi i Paesi, inoltre, c'è intesa, tra il vice premier Taro Aso e il vicepresidente Mike Pence, per l'avvio di un nuovo dialogo economico.  In questo nuovo dialogo discuteremo di provvedimenti economici; cooperazione in svariati campi, quali infrastrutture, energia, cyber, spazio; regole sul commercio e investimenti.

 In merito al Rcep, sono in corso trattative in svariati campi, quali commercio di beni e di servizi, investimenti, proprietà intellettuale, commercio elettronico. Anche alla sessione di negoziati, tenutasi a Kobe lo scorso marzo, si è svolto un acceso dibattito. Il Giappone porterà avanti energicamente i negoziati, manifestando una forte leadership e mirando alla chiusura in tempi brevi di un accordo globale, ben bilanciato e di alta qualità.

Corea del Nord: Le recenti mosse relative a Pyongyang, come il taglio delle importazioni di carbone da parte della Cina, la morte di Kim Jong-nam, il fratellastro del leader Kim Jong-un, e l'ultimo lancio di missili, rimarcano i rischi nordcoreani sulla regione. Come valuta il Giappone l'attuale situazione e quali passi potrebbe intraprendere con la comunità internazionale? 

Lo sviluppo missilistico e nucleare della Corea del Nord porta la minaccia a una nuova fase. Lo scorso anno, la Corea del Nord ha condotto in successione diversi test nucleari in breve tempo. In un anno ha lanciato più di venti missili balistici. Anche nell'anno in corso, si sta dedicando allo sviluppo nucleare e missilistico, avendo lanciato missili balistici già in quattro occasioni. È una grave sfida all'ordine e alla sicurezza non solo dell'Asia, ma di tutto il mondo, compresa l'Europa e il Nord America.  La comunità internazionale, di comune accordo, deve esigere con forza che la Corea del Nord limiti le provocazioni e rispetti le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Lo scorso novembre, il Consiglio di Sicurezza ha approvato una risoluzione importante che impone un tetto alle esportazioni di carbone, principale fonte delle entrate della Nord Corea. È necessario garantire l'efficacia di queste risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e coopereremo a stretto contatto con i Paesi interessati, compresa la Cina.  Inoltre, la Corea del Nord ha rapito molti cittadini giapponesi, compresa una bambina di 13 anni al momento dell'accaduto. I rapimenti rappresentano una questione che riguarda la sovranità del Giappone e la sicurezza e la vita dei cittadini, e sono il tema di massima importanza per il Giappone. Sono trascorsi ormai 40 anni dall'inizio dei rapimenti e non si può più rimandare la questione in alcun modo. Al fine di fare fronte alla Corea del Nord è indispensabile la cooperazione con i Paesi membri del G7, a partire dall'Italia. Intendo approfondire il dialogo, anche durante la prossima Ministeriale degli Esteri del G7, sotto la leadership del ministro Alfano.

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