Come governare l'innovazione tecnologica perché sia una forma di sviluppo e come gestire tempi di vita e tempi di lavoro. Parte da questi due temi, centrali nell'era post Covid, il dibattito lanciato dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli a Milano che coinvolge due ospiti internazionali, insieme agli osservatori di ricerca e al pubblico.
"There is no alternative-Vie di uscita dalla crisi" è il titolo del primo incontro con Alec Ross, docente alla Bologna Business School, già consigliere del dipartimento di Stato per l'Innovazione durante la presidenza Obama, in cui si evidenzia come "lo scoppio della pandemia e le misure adottate per ridurre i contagi abbiano reso ancor più evidente e urgente la necessità di ripensare il modello di sviluppo prevalente nelle economie avanzate, quindi di rompere la 'gabbia' della mancanza di alternative". Oltre a dover "affrontare le urgenze della crisi sociale, le economie dei paesi europei hanno la necessità di dover governare sulla base di un disegno di politica industriale di largo respiro due trasformazioni che possono tradursi in altrettanti vettori di sviluppo: la transizione ecologica e l'innovazione tecnologica e infrastrutturale". Si parla di algoritmi, intelligenza artificiale, big data ed efficientamento della catena produttiva: l'industria 4.0, agli albori di una nuova era di progresso tecnologico, "ripresenta il dilemma uomo-macchina da un lato e la scelta fra innovazione e coesione sociale dall'altro", viene spiegato dalla Fondazione Feltrinelli. Dunque "come trasformare la rivoluzione tecnologica in un vettore di sviluppo sostenibile e inclusivo capace di generare nuove opportunità di lavoro?", è la domanda principale da porsi.
Nei due giorni successivi, sarà la volta del sociologo, critico letterario, scrittore e accademico statunitense, Richard Sennett, protagonista di un doppio appuntamento: il 22 settembre per riflettere sul volto delle città dopo la pandemia, attraverso un confronto pubblico tra Roma e Milano che connette esperti e voci del territorio; il 24 settembre per focalizzarsi sul tema del lavoro e della conciliazione con i tempi di vita. "Negli ultimi anni - spiega la Fondazione - l'Italia ha mostrato un certo ritardo rispetto agli altri paesi sul fronte della parità di genere e la conciliazione vita-lavoro. Il nostro paese registra un gap di quasi venti punti nei livelli di occupazione tra uomini e donne; la popolazione femminile è sovra-rappresentata tra i contratti atipici e meno protetti, in parte a causa di un'iniqua distribuzione dei carichi di lavoro domestico".
In collaborazione con:
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli