"In Italia il mondo del Terzo settore offre un contributo significativo alla riduzione delle diseguaglianze di sviluppo e di investimento nelle aree e nelle fasce più deboli del paese". E' quanto viene sottolineato dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo sulla base dei dati Istat di ottobre relativi alle istituzioni non profit, che hanno raggiunto quota 359.600 al 31 dicembre 2018 incrementando la loro incidenza sul complesso delle imprese dell'industria e dei servizi (dal 5,8% del 2001 all'8,2%).
"Questa ampia e variegata pluralità di esperienze di iniziativa civica organizzata rappresenta un patrimonio inestimabile per la società italiana e, in prospettiva, va ulteriormente valorizzata e sostenuta", sottolinea ancora Intesa Sanpaolo, in occasione della tappa del digital tour di Imprese Vincenti dedicata al Terzo settore. In termini occupazionali il peso delle istituzioni non profit è pari al 6,9% (+2% in sette anni) e, tra i vari enti del Terzo settore, spiccano le imprese sociali che sono più strutturate rispetto al resto delle istituzioni non profit: l'80,8% si avvale di personale dipendente (quasi la metà di queste ha ameno 10 addetti), contro il 10-12% delle organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale e il 22,1% delle Onlus.
Assistenza sociale e protezione civile, sviluppo economico e coesione sociale sono le attività prevalenti delle imprese sociali (87,5%). "Anche durante l'emergenza in corso le istituzioni non profit hanno continuato a operare", sottolinea Intesa Sanpaolo, citando un'indagine del Centro di servizio per il volontariato.
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Intesa Sanpaolo