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Rogo ripetitore,inchiesta per terrorismo

Rogo ripetitore,inchiesta per terrorismo

Il sistema di videosorveglianza non era funzionante

GENOVA, 15 marzo 2018, 21:13

Redazione ANSA

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La questura di Genova - RIPRODUZIONE RISERVATA

La questura di Genova - RIPRODUZIONE RISERVATA
La questura di Genova - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un innesco fatto di fiammiferi fermati con scotch e poi diavolina, stoffa e benzina contenuta in una bottiglia: così è stato dato alle fiamme il ripetitore Telecom di via Forte Begato sulle alture di Genova. Sull'episodio la procura ha aperto un fascicolo per incendio aggravato dalla finalità di terrorismo. Indaga la digos. Martedì sera l'allarme era stato dato da alcuni cittadini che viste le fiamme avevano allertato i vigili del fuoco. Ieri mattina gli investigatori nel corso di un sopralluogo hanno trovato tracce dell'innesco. Il ripetitore, come gli altri che si trovano nelle vicinanze, sarebbe dotato di un sistema di videosorveglianza e barriere antintrusione installati per il G8 del 2001 ma non sono funzionanti da anni. Chi ha scritto il comunicato di rivendicazione, comparso ieri su siti di area anarchica, fa riferimento a quel sistema: "Tante telecamere e sensori nell'area recintata a difesa del mostro metallico ma la passione per la libertà e determinazione permettono di sorvolare certi ostacoli".
   

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