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Porti: Sud Est Europa cerca standard sostenibile

Cooperazione per regole comuni. Ten Ecoport punterà su Gect

16 settembre, 16:12
Il porto di Brindisi Il porto di Brindisi

 (dell'inviato Beniamino Pagliaro) (ANSA) - VARNA (BULGARIA), 16 SET - Il Sud Est Europa dei porti prova a trovare una "lingua comune" per regolare i traffici marittimi, tra problemi di comunicazione, concorrenza crescente e timori per la tutela ambientale.

L'area che comprende i porti della Puglia, di Grecia, Bulgaria, Romania, Montenegro, Croazia e Albania si è incontrata sul Mar Nero a Varna, seconda città della Bulgaria e primo porto del Paese con 10 milioni di tonnellate movimentate nel 2013, per la seconda conferenza del progetto "Ten Ecoport" (Transnational Enhancement of Ecoport network).

La parola chiave è sostenibilità: al tavolo ci sono sia le autorità portuali sia le agenzie ambientali, soggetti per forza di cose con "interessi contrastanti", nota il responsabile scientifico di Ten Ecoport e docente del Politecnico di Bari, Leonardo Damiani. Si parte dalla realtà di un'area, il Sud Est Europa, "devastato dal punto di vista dei trasporti".

Ma i traffici sui tre mari stanno crescendo, e così l'obiettivo è arrivare al più presto a un protocollo comune super partes e rispettato concretamente, con alcuni standard minimi in materia di protezione ambientale, gestione delle acque e dei rifiuti. Se non è il pubblico a intervenire preventivamente, sarà il mercato a scegliere il porto più conveniente, con alcuni paradossi, già in atto, nel rispetto delle direttive comunitarie. Sia la Grecia che l'Italia, per esempio, sono in Europa: fanno parte del patto di Schengen e il mare è lo stesso, ma i livelli di sicurezza, dei controlli e delle sanzioni sono diversi. Senza uno standard comune la concorrenza si fa e farà anche "al risparmio" sulla tutela dell'ambiente.

Il progetto ha già dato i primi frutti, e i 12 porti hanno implementato un sistema di gestione ambientale, quindi almeno tra loro si fanno una concorrenza considerata leale. Ci sono alcune buone pratiche: Bari e Durazzo hanno firmato un protocollo per la gestione dei rifiuti. C'è poi l'opzione della certificazione ambientale: i porti già certificati stanno aiutando quelli che vogliono ottenere il "bollino". La conferenza finale del progetto è stata introdotta dal viceministro dei Trasporti di Sofia, Georgy Todorov, e l'Italia, oltre al Politecnico di Bari e all'Arpa pugliese, è rappresentata anche dal Ministero dell'Ambiente.

I risultati dei lavori si sono tradotti in un primo sguardo comune sulla materia. Ora però - afferma il responsabile scientifico Damiani - lo strumento per proseguire la cooperazione e arrivare a un risultato concreto può essere la costituzione del Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect), o di una task force. "Così potremo consolidare il gruppo, e proporci come interlocutore in tutta l'area", conclude Damiani. (ANSA).

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