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Serve rilancio porti Sud. Il possibile ruolo Cdp

Più traffico con nuovo canale Suez. Più concorrenza da Grecia

26 agosto, 19:50
Iil porto di Palermo Iil porto di Palermo

 (di Fabio Tamburini) (ANSA) - ROMA, 26 AGO - Tra gli obiettivi affidati alla nuova Cassa depositi e prestiti c'è quello di premere l'acceleratore degli investimenti nelle grandi infrastrutture, su cui punta la presidenza del consiglio per dare una spinta forte all'economia. Una delle alternative all'ordine del giorno, sempre che le risorse disponibili lo consentano, sono i porti del Mezzogiorno. La novità sarebbe significativa perché, ormai da tempo, sono trascurati ed è un peccato perché le strutture esistenti rappresentano un patrimonio che, nonostante tutto, rimane di tutto rispetto. In più intorno al traffico portuale ruota una fetta importante dell'economia del territorio, dalla cantieristica alle imprese della logistica fino alle aziende dei settori industriali. Il momento d'intervenire recuperando i ritardi accumulati è quello giusto per almeno due ragioni. Prima di tutto il traffico marittimo nel Mediterraneo è previsto in forte aumento per il raddoppio del Canale di Suez, inaugurato nelle settimane scorse. Poi c'è un altro motivo di carattere strategico: le privatizzazioni in Grecia sono partite e una parte riguarda proprio il mondo dei trasporti, che necessita di una logistica integrata tra porti e aeroporti (oltre a strade e ferrovie). Per quanto riguarda la Grecia significa che nei prossimi mesi parte delle infrastrutture cambierà bandiera, dando il via a processi di ristrutturazione e ricerca di maggior efficienza. Il risultato è che l'Italia si troverà a fare i conti con una concorrenza più agguerrita, con la possibilità che vengano attaccate posizioni finora conservate nel tempo perché frutto di un monopolio quasi naturale come ponte dell'Europa verso il Nord Africa e il Medio Oriente. Nei giorni scorsi, proprio poco dopo la firma dell'accordo con la Commissione europea che ha consentito alla Grecia di evitare il fallimento, il governo di Atene ha approvato la cessione di 14 aeroporti regionali alla società tedesca Fraport per poco più di 1,2 miliardi. Si tratta, in realtà, di aeroporti turistici e non integrati in una rete logistica. Ma almeno in un caso, quello di Salonicco, l'aeroporto è attiguo al porto, il secondo della Grecia dopo il Pireo di Atene. Fraport è a maggioranza pubblica e gestisce l'aeroporto di Francoforte. Il porto di Salonicco, insieme a quello del Pireo, è uno dei pezzi pregiati nella lista delle privatizzazioni in arrivo. Nel primo caso l'operazione partirà nel febbraio prossimo, mentre per il porto di Atene la scadenza è in ottobre, con investitori cinesi che hanno già manifestato interessi concreti. Un ruolo più importante di porti e aeroporti della Grecia è immaginabile anche per cogliere le opportunità create dal raddoppio del Canale di Suez che, secondo una recente ricerca dell'Osservatorio di Srm (Studi e ricerche per il Mezzogiorno, gruppo Intesa Sanpaolo) su trasporti marittimi e logistica, diretta da Massimo Deandreis, determinerà per l'area del Mediterraneo coinvolta la possibilità "di competere con le principali regioni logistiche mondiali e, in particolare, con quelle nord europee di Rotterdam e Amburgo". L'apertura del nuovo canale significa la diminuzione del tempo di passaggio da 18 a 11 ore, un risparmio medio del 4% circa dei costi operativi delle rotte via Suez, la possibilità di aumento da 45 a 97 delle navi in transito ogni giorno e di passaggio per tutte le grandi imbarcazioni, senza più limiti dimensionali. Questo significa che l'Italia, ma anche la Grecia, hanno una opportunità eccezionale di sviluppare la vocazione naturale di essere piattaforma logistica nel cuore del Mediterraneo, con effetti positivi sul sistema produttivo collegato. Il raddoppio del Canale di Suez, per esempio, significa che la rotta diventa competitiva perfino per i collegamenti Hong Kong-New York. Naturalmente nulla è scontato. Le opportunità ci sono sulla carta, ma occorre guadagnarsele sul campo. Per questo Cdp, sempre che le risorse disponibili in cassa lo permettano, potrà avere un ruolo importante nell'adeguamento delle infrastrutture esistenti, dalla necessità di dragare i fondali dei principali porti del Mezzogiorno (lasciati negli ultimi anni al loro destino) agli investimenti in logistica e innovazione (fermi da tempo). Certo occorrono interventi rapidi, resi ancora più urgenti dalla possibilità che le privatizzazioni in Grecia rafforzino una concorrenza finora assai ridotta. (ANSA).

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