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Crociere: settore chiede attenzione, valiamo 4,5 miliardi

Associazioni Compagnie puntano a governance porti

30 settembre, 16:57
(di Luciano Clerico) (ANSA) - LA SPEZIA, 30 SET - C'è un comparto nell'economia italiana che continua a registrare dati di crescita costanti: le crociere. Con un impatto economico diretto che nel 2015 è stato di 4,5 miliardi di euro, il settore delle crociere continua a registrare anno dopo anno numeri in crescita (+3% rispetto al 2014), tanto in Europa quanto in Italia. Nonostante il flusso passeggeri per il prossimo triennio sia previsto in calo (10,9 milioni, -3% sulle stime 2016), l'impatto economico complessivo derivante dall'industria delle crociere in Europa è in crescita "non tendenziale ma vera del 2%". Per questo le Compagnie chiedono di essere rappresentate nella governance dei porti.

E' quanto emerso all'Italian Cruise Day, il più importante appuntamento in Italia dedicato alle crociere, organizzato alla Spezia da Clia l'Europe, l'associazione che riunisce le principali compagnie europee. "Come in Europa , così anche in Italia c'è sempre più gente che va in crociera - ha detto il presidente di Clia Europe, Piefrancesco Vago -: nel 2015 è stato registrato il nuovo record di 6,5 milioni di passeggeri europei, pari a un +3% rispetto all'anno precedente". "L'Italia - ha aggiunto - con i suoi 8 mila km di coste è il Paese che beneficia maggiormente dell'industria crocieristica". Alcune cifre, elaborate da Clia: i porti italiani nel loro complesso hanno movimentato nel 2015 undici milioni di crocieristi. Di questi, 800 mila sono italiani, 2 milioni si imbarcano da porti italiani, quasi 7 milioni transitano per l'Italia, e il 50% vi torna in un viaggio successivo. "In termini economici - ha detto Vago - questo significa sull'Europa un movimento di quasi 41 miliardi di euro, di cui 4,5 sull'Italia, per 103 mila posti di lavoro. In questo momento sono 48 le navi da crociera ordinate presso cantieri europei fino al 2019".

L'Italia deve intercettare questa domanda che è globale per sua natura. Ma per riuscirci deve in primo luogo adeguare le sue infrastrutture portuali. Secondo un report di Risposte e Turismo presentato all'Italian Cruise Day, i porti crocieristici italiani hanno investito negli ultimi 3 anni 7 miliardi di euro, e per il prossimo triennio sono in programma investimenti di pari valore. Devono essere in grado di "I porti gestire molte più navi rispetto al passato, di dimensioni maggiori, e più passeggeri.

Nello stesso tempo è necessaria una armonizzazione dei regimi regolatori, e in questo senso secondo Clia va nella giusta direzione la riforma dei porti varata dal Governo. "La riforma - ha detto Luigi Merlo, ex presidente dell'Autorità Portuale di Genova, oggi consulente del ministro Delrio - inciderà fortemente sul settore turistico e crocieristico. Sul tavolo nazionale ci sono interventi infrastrutturali a favore del settore". Per questo le associazioni degli armatori chiedono una cosa sola: entrare a far parte della nuova governance dei porti prevista dalla riforma. (ANSA)
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