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Nuovo santuario per squali nel Pacifico,in acque di Kiribati

Ogni anno uccisi dalla pesca commerciale 100 milioni di esemplari

21 novembre, 11:03
Nuovo santuario per squali nel Pacifico,in acque di Kiribati Nuovo santuario per squali nel Pacifico,in acque di Kiribati

 (ANSA) - SYDNEY, 21 NOV - Si allarga il territorio protetto per gli squali nel Pacifico centrale, con la creazione da parte del piccolo stato-arcipelago di Kiribati (103 mila abitanti) di un grande santuario nelle sue acque territoriali per proteggere l'animale minacciato dallo sfruttamento e dalla pesca eccessiva. Il vice presidente di Kiribati Kourabi Nenem ha annunciato la decisione, che comporta il divieto della pesca commerciale in un'area grande quanto l'India. Simili misure di protezione sono state adottate negli ultimi sette anni dagli stati insulari di Palau, Micronesia, Isole Marshall e Guam, oltre alla Polinesia francese, che hanno creato insieme un santuario regionale di 5.200.000 kmq.

Gli squali sono pregiati per la popolarità della zuppa di pinne in molti paesi asiatici e sono particolarmente vulnerabili alla pesca eccessiva, perché' producono poca prole e maturano lentamente. I promotori del santuario nelle acque di Kiribati hanno consultato per anni gli anziani e i gruppi della comunità. Molti erano contrari poiché gli isolani hanno una tradizione di cattura e di consumo alimentare degli squali, ma gli anziani erano preoccupati per il modo in cui gli operatori commerciali ne stano decimando la popolazione.

Secondo il Pew Charitable Trust, una Ong impegnata nella protezione della vita marina, si stima che ogni anno vengano uccisi dalla pesca commerciale 100 milioni di esemplari. Il direttore della campagna di protezione degli squali dell'organizzazione, Luca Warwick, ha elogiato le isole del Pacifico per essere state le prime a dare l'esempio, aggiungendo che l'annuncio di Kiribati rappresenta un significativo passo in avanti. Fortunatamente l'immagine degli squali sta cambiando, ha detto ancora. "Nonostante la cattiva immagine che hanno avuto in passato, vi è un crescente movimento che riconosce quanto siano vulnerabili e quanto importante sia il loro ruolo nella catena alimentare e nel mantenimento degli equilibri dell'ecosistema marino". (ANSA)

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