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Moby Prince: a 25 anni da disastro si cerca ancora la verità

Commemorazione a Cagliari. Familiari tra rabbia e determinazione

05 aprile, 16:57
Commemorazione a Cagliari. Familiari tra rabbia e determinazione Commemorazione a Cagliari. Familiari tra rabbia e determinazione

 (ANSA) - CAGLIARI, 5 APR - Dieci aprile 1991. Due navi entrano in collisione a due miglia dal porto di Livorno: una ospita 38 persone, si salvano tutte; l'altra 141, ne uscirà viva una sola. Perché? Venticinque anni dopo la tragedia della Moby Prince, i parenti delle vittime non hanno smesso di chiederselo. Rivedono i filmati di repertorio, la carcassa del traghetto diretto a Olbia con trenta sardi a bordo dopo l'incendio devastante, i corpi carbonizzati. Riascoltano i mayday che un quarto di secolo fa nessuno ascoltò: "Stiamo aspettando, qui nessuno viene ad aiutarci". Pensano ai morti, che non smisero di respirare subito, ma dopo ore di agonia, mentre i soccorsi si concentrarono tutti sulla petroliera Agip Abruzzo. Oggi, alla commemorazione organizzata nel palazzo del Municipio a Cagliari per il 25esimo anniversario della strage, Luchino Chessa, figlio del comandante della Moby e presidente dell'Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince, ha la voce rotta. Nella sala consiliare è stato appena trasmesso "Buonasera, Moby Prince", documentario inedito della Tgr Sardegna curato dal giornalista Paolo Mastino. Ci sono anche altri parenti. Indossano una maglia rossa con dietro la scritta "verità e giustizia su Moby Prince". C'è il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda ("speriamo che dal porto delle nebbie si arrivi a un porto di verità e giustizia"), c'è l'assessore regionale Cristiano Erriu, in rappresentanza della Giunta ("ricordo bene dove mi trovavo quando appresi la notizia"). E ci sono i tre senatori sardi che fanno parte della commissione parlamentare d'inchiesta sulla Moby Prince: il presidente Silvio Lai (Pd), Emilio Floris (Fi) e Luciano Uras (Sel). "Questa commissione è l'ultima spiaggia, l'ultima occasione per avere chiarezza - spiega Luchino Chessa - venticinque anni dopo è aumentata la rabbia, ma anche la determinazione". Tuttavia qualcosa si muove, come testimonia il senatore Lai: "Abbiamo deciso, in questa fase, di focalizzare l'attenzione sui fatti di quella notte". Sul momento della collisione in mare, innanzitutto. "Su questo, in particolare - sottolinea il presidente della commissione - abbiamo chiesto una consulenza a un corpo militare mai coinvolto sinora, la Marina della Guardia di finanza. E al Ris di Parma di indagare su ciò che avvenne all'interno dell'imbarcazione". Quindi una promessa dello stesso Lai: "in caso di fallimento, chiederemo al Governo di cercare la verità, con la stessa determinazione che dimostra oggi sul caso di Giulio Regeni". (ANSA).

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