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Crociere: Mediterraneo ha 18,7% mercato mondiale ma è in calo dal 2013

Incontro a Napoli. Armatori, rapporto più stretto con città

28 ottobre, 12:23
Una nave da crociera Una nave da crociera

 Il Mediterraneo ospita il 18.7% del traffico mondiale delle crociere, una cifra che resta alta ma è scesa di tre punti percentuali rispetto al 2013. Il dato è stato sottolineato da Umberto Masucci, presidente del Propeller Club Napoli nel corso dell'incontro sulle prospettive del settore nell'area che si è svolto oggi a Napoli nell'ambito di Shipping and the Law, la due giorni sull'economia del mare organizzata da Francesco Saverio Lauro. Il settore resta comunque di grandi prospettive, visto che l'impatto economico delle crociere in Europa è di 17 miliardi di euro, una cifra che vede la ricaduta maggiore sull'Italia, dove il peso del settore sul suo Pil tocca quota 4 miliardi di euro. Nel 2015, 30 milioni di crocieristi hanno navigato nel Mediterraneo e di questi la quota più consistente, undici milioni, ha scelto di fare tappa in Italia. Alla discussione hanno partecipato le tre maggiori compagnie che operano nell'area: Msc, Costa e Royal Caribbean. "Il Mediterraneo - ha spiegato Leonardo Massa, country manager per l'Italia di Msc - è l'area di core business per noi e infatti la nuova ammiraglia Msc Meraviglia viaggerà proprio qui dal giugno 2017 con le sue crociere di sette giorni. Siamo sempre attenti agli eventi geopolitici che spesso ci costringono a variare le rotte, ma siamo anche pronti ad accettare nuove sfide, come quella che dal 2017 ci porterà a Saranda, in Albania". Tra i temi emersi anche la correlazione diretta, espressa attraverso i dati di Banca d'Italia, tra dotazione infrastrutturale degli scali e movimentazione dei passeggeri delle crociere, un tema che ha spostato il confronto anche sul porto di Napoli che nel 2017 dovrebbe perdere 300.000 crocieristi: "L'Italia - ha sottolineato infatti Karina Santini, manager per lo sviluppo dei porti del Med di Royal Caribbean - è un asset strategico per la nostra compagnia, ma temiamo le dinamiche difficili della catena di soggetti coinvolti nei luoghi su cui investiamo. Nel Mediterraneo il settore cresce ma devono crescere anche le infrastrutture e i porti per poter accogliere i turisti, per questo abbiamo bisogno di un interlocutore valido e deciso che abbia iter sicuri, tempi certi". Una esigenza a cui ha risposto Ivano Russo, del Ministero delle infrastrutture: "Con la riforma dei porti che stiamo attuando - ha spiegato - non avremo più 24 porti che vanno in giro per il mondo a presentare offerte risibili agli occhi dei grandi operatori internazionali di merci e passeggeri, ma potremo competere meglio in un quadro di coordinamento nazionale. Stiamo lavorando anche sulle infrastrutture, come a Palermo, dove dopo vent'anni abbiamo posto le precondizioni per ostruire il terminal crociere, ma anche a Civitavecchia dove il mese prossimo partono i lavori per il nuovo terminal e lavoriamo anche per migliorare i porti di Livorno e La Spezia, senza dimenticare le nuove destinazioni: nel 2017 anche Taranto avrà i primi attracchi di crociere". E la necessità di un rapporto più stretto con le città-scalo è stato sottolineato anche da Massimo Brancaleoni, vicepresidente di Costa Crociere: "La misura del valore dell'impatto delle crociere su un territorio non si misura solo in scali, ci sono margini enormi da sfruttare su quanto spendono i turisti una volta sbarcati. Per questo abbiamo sviluppato partenership come quella di Napoli con il Museo di Capodimonte". (ANSAmed).

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