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Libri: una politica globale per la pesca nel Mediterraneo

Attualita' e prospettive nell'analisi di Iani' e Ferraioli

07 novembre, 23:02
MARE: SOS MEDITERRANEO, IN MAR LIGURE MEDUSA KILLER DI PESCIMARE: SOS MEDITERRANEO, IN MAR LIGURE MEDUSA KILLER DI PESCI[ARCHIVE MATERIAL 2009080320090803] MARE: SOS MEDITERRANEO, IN MAR LIGURE MEDUSA KILLER DI PESCIMARE: SOS MEDITERRANEO, IN MAR LIGURE MEDUSA KILLER DI PESCI[ARCHIVE MATERIAL 2009080320090803]

    (ANSAmed) - ROMA, 5 NOV - Per essere un Paese che si affaccia per migliaia di chilometri sul mare, l'Italia non ha forse mai riservato una grande attenzione ai problemi della pesca, se non quando essi esplodono a causa di proteste o rivendicazioni.

   Eppure, quella ittica e' un'industria che tanto da' all'economia dell'Italia, che puo' vantare marinerie antichissime e che hanno segnato anche la Storia del Paese.

    Eppure la conoscenza generale delle problematiche legate al mare, e al Mediterraneo in particolare, sembra essere carente, soprattutto se si parla di normative e agevolazioni. Su questo tema intervengono Ettore Iani', presidente nazionale della Lega Pesca, e Olga Ferraioli, consulente del Ministero delle politiche agricole e forestali, che, con ''Quelle reti in mezzo al mare'' (Donzelli - pag.142 - 25,00), nei prossimi giorni in libreria, affondano il ''bisturi'' dell'analisi - economica, ma non solo -, svelando un mondo abbastanza poco considerato.

    Il Mediterraneo, mare chiuso per eccellenza, e' aggredito, quotidianamente, dall'inquinamento, che diventa cosi' parte di una problema piu' vasto che e' quello della protezione dell'ambiente. Ma gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo fanno il loro meglio per evitare che il mare diventi una gigantesca pattumiera, un immenso ricettacolo di sostanze tossiche? La risposta che i due autori danno non e' certo tranquillizzante o assolutoria per ''convenzione'', quando, citando un rapporto dell'Onu, dicono che ogni anno nel Mediterraneo vengono scaricate 55 tonnellate di lindano, un pesticida talmente pericoloso, perche' cancerogeno, da essere vietato sin dai primi anni Novanta.

Ma anche altri episodi (il bombardamento israeliano della centrale elettrica a sud di Beirut, che ha fatto finire in mare centinaia di migliaia di litri di nafta) hanno contribuito a fare del 'nostro mare' un bacino a rischio altissimo.

Olga Ferraioli e Ettore Iani', con il loro libro, portano per mano in lettore anche nel labirintico meandro di leggi e leggine, regolamenti e norme, indicazioni e prescrizioni che sovrintendono alla pesca, spesso presupponendo che un pescatore sia sempre e comunque nel pieno possesso della conoscenza assoluta. Ma forse e' giunto il momento di dare alla pesca le risposte che il settore si attende, sentendosi per troppo tempo e spesso ingiustificatamente penalizzato da politiche, nazionali e sovranazionali, che poco o nulla fanno per aiutare.

  Soprattutto quando si cade nella convinzione che pesca e ambiente siano, sempre e comunque, destinati a scontrarsi, quando invece si dovrebbe andare verso un discorso comune, che eviti la settorializzazione. Un errore in cui spesso si e' caduti quando si e' trattato di affrontare le tematiche della pesca, facendole rientrare in un ambito diverso e minore rispetto a quelle dell'attivita' della terra. Quindi, un nuovo patto sociale che sintetizzi l'esigenza, da un lato, di aiutare il settore e, dall'altro, la consapevolezza della complessita' delle sue problematiche, troppo spesso affrontate con arida burocrazia. (ANSAmed).

(di Diego Minuti)

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