Percorso:ANSA > Mare > Libri > Libri: 'Titanic, l'altra storia',contro-inchiesta di Bellomo

Libri: 'Titanic, l'altra storia',contro-inchiesta di Bellomo

Guerra commerciale e avidita' provocarono il disastro

09 marzo, 11:24

(ANSA) - GENOVA, 9 MAR - Fu un iceberg, ma non fu fatalita'.

Le cause all'origine del naufragio del Titanic sono semmai da ricercarsi in una catena implacabile di errori, di omissioni, di incuria e negligenze fondate su una guerra commerciale in corso ad inizio secolo. E' questa la tesi su cui il giornalista scrittore Donatello Bellomo, tra i piu' autorevoli scrittori ''di mare'' italiani, fonda il suo ultimo romanzo-inchiesta, dedicato al piu' famoso e tragico naufragio della storia della navigazione.

''Titanic, l'altra storia'' (Mursia, pagg 304, euro 16) scava dentro i dettagli della tragedia, avvenuta la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912. Bellomo, giornalista e storico navale, già iscritto al Titanic Historical Society ,con il suo saggio propone il primo libro tutto italiano sull'argomento. Tra le principali cause del disastro, Bellomo ne sottolinea una: il denaro. ''Ancora oggi quando si parla del Titanic si usa la parola 'incidente' - spiega Bellomo - Ma non fu un incidente.
I documenti dell'inchiesta non lasciano dubbi: il progetto del Titanic, apparentemente avanzatissimo, era inficiato da una patologia strutturale, la mancanza del doppio fondo sulle fiancate, presente invece sul Mauretania e sul Lusitania della compagnia rivale, la Cunard. Inoltre i progettisti Carlisle e Andrews avevano previsto 48 scialuppe capienti ciascuna di 60 passeggeri. Il presidente della White Star Line, Bruce Ismay, impose la riduzione a 16, per ragioni 'estetiche' e per ragioni economiche: se il Titanic avesse avuto 48 scialuppe, tutte le altre navi avrebbero dovuto adeguarsi al nuovo standard''. Quella che emerge dalle pagine del nuovo libro di Bellomo è una sorta di storia sociale del Titanic dove si concentrano tutte le contraddizioni del Novecento: la frenesia tecnologica, l'avidità delle grandi compagnie, la miseria dei migranti che viaggiavano in terza classe, il ruolo dei media, le opacità di commissioni di inchiesta che insabbiarono la verità, fino al saccheggio finale del relitto ritrovato nel 1985 da Robert Ballard, che Bellomo incontro' nel 1996. Uno stralcio dell'intervista è presente nel libro.(ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA