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Il capitano e la Concordia, una storia controversa

Un libro di Alessandro Gaeta, a cinque mesi dal naufragio

15 giugno, 15:39
Il relitto della Costa Concordia Il relitto della Costa Concordia

(ANSA) - ROMA, 15 GIU - ALESSANDRO GAETA, IL CAPITANO E LA CONCORDIA (ANORDEST ED, 203 PP, EURO 14). A cinque mesi dal naufragio della Costa Concordia si avvicina la data di presentazione della perizia sull'incidente dell'isola del Giglio (il prossimo 21 luglio) ma c'é un libro che prova a ricostruire la vicenda attraverso le prime indiscrezioni sui contenuti della scatola nera e gli atti di indagine fin qui raccolti dalla procura di Grosseto su quanto è avvenuto la notte del 13 gennaio 2012 nelle acque del Giglio.

Il volume, 'Il capitano e la concordia', scritto da Alessandro Gaeta, giornalista del Tg1, si pone interrogativi e cerca di trovare risposte. "Perché nessuno ha visto per tempo quanto stava avvenendo nelle acque dell'arcipelago toscano?", si domanda l'autore, che ha ricostruito storie e atti ed ha analizzato anche gli investimenti relativi ai sistemi di vigilanza del traffico navale, che obbligano dal 2003 tutte le navi oltre le 300 tonnellate di stazza lorda a comunicare costantemente a terra, attraverso ponti radio, la loro posizione. "Un sistema - spiega l'autore - costato milioni di euro che la sera del 13 gennaio 2012 la sala operativa della guardia costiera di Livorno, che ha per legge la competenza per la ricerca e il soccorso sui mari della toscana, teneva a scala ridotta sul porto mediceo ignorando cosa stava avvenendo davanti all'isola del Giglio".

Il giornalista, sulla scorta dell'analisi di investigatori di disastri marittimi e di ingegneri navali, ricostruisce l'affondamento della Costa Concordia avvenuto "troppo rapidamente" per una nave varata nel 2006. "Gli impianti elettrici primario e secondario sono finiti subito fuori uso - scrive Gaeta, riferendo i contenuti di alcuni interrogatori del personale di macchina della Costa Concordia- mentre l'apparato di emergenza, al quale erano collegati tutti i sistemi di bordo ancora funzionanti, andava continuamente in corto circuito". Il libro, costruito su un doppio registro che intreccia inchiesta giornalistica e racconto della tragedia, prova infine a ribaltare l'idea, troppo schematica secondo l'autore, di Francesco Schettino, "che potrebbe non essere il prototipo del vigliacco" e del capitano Gregorio De Falco che, conclude Gaeta, "potrebbe non essere l'eroe capace di far fronte all'emergenza col piglio severo del giusto". (ANSA)

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