Percorso:ANSA > Mare > Nautica e Sport > Motonautica:Salerno,sfida Eau-Qatar,Italia gioca carta Fendi

Motonautica:Salerno,sfida Eau-Qatar,Italia gioca carta Fendi

Da domani le prove del Mondiale C1,bolidi da 150 miglia orarie

07 luglio, 18:10
(ANSA) - NAPOLI, 7 LUG - Un sfida tra bolidi del mare amati dagli sceicchi della penisola arabica pronti a sfrecciare nelle acque di Salerno. Domani e giovedì si svolgeranno infatti le tappe italiane dei campionati Mondiale di Offshore Class1 e V1, gare prestigiose che ebbero grande successo negli anni '80 e che sono stati poi "adottati" dagli sceicchi degli Emirati Arabi Uniti e del Qatar, appassionati della velocità che questi bolidi sprigionano in acqua. Oggi la flotta degli offshore sta testando le acque salernitane con delle prove spettacolari che fanno anche da antipasto all'arrivo della tappa della Venezia-Montecarlo di Motonautica. Da domani partiranno le gare vere e proprie con il prima fila Victory Team, barca di Dubai detentrice del trofeo, comandata da Arif Saif Al Zaffain e Nadir Bin Hendi. A sfidarla, in un remake del derby del 2014, Team Abu Dhabi, che si affida però a due piloti statunitensi, Gary Ballough e John Tomlinson. Ma in acqua ci saranno anche due barche italiane del Fendi Racing Team, che fa capo a Luca Formilli Fendi, figlio della stilista Franca Fendi e appassionato pilota di motonautica. Toccherà a lui tentare di inserirsi nella lota tra le barche della penisola arabica che poi si andranno a sfidare a Novembre ad Abu Dhabi nelle prove finali. Lo spettacolo è garantito, come spiega Giancarlo Cangiano, uno dei migliori piloti e armatori italiani di offshore che negli anni 2000 con i suo "Operazioe San Gennaro" ha vinto trofei in tutto il mondo: "Le barche - dice - della Classe 1 sono catamarani di 13 metri di lunghezza con 2000 cavalli di potenza che gli permettono di raggiungere le 150 miglia all'ora. Una velocità enorme anche per il pilota visto che la percezione in mare è di circa tre volte rispetto alla velocità percepita a terra". Uno sport che si basa sulla potenza dei motiri, quindi, ma soprattutto sull'abilità dei piloti: "che devono essere pronti - spiega Cangiano - a fortissime sollecitazione e a mantenere la concentrazione al massimo a bordo sulle barche che, ricordiamo, non hanno certo i freni come le auto. Ma durante la gara l'adrenalina ti fa mantenere tutta la concentrazione possibile.

Per questo io dico che questo è lo sport del giorno dopo, quello in cui appaiono i lividi e senti i dolori delle sollecitazioni avute in mare". (ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA