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Salone Nautico: Demaria (Ucina), si respira un'energia nuova

Politica si è accorta di noi, non siamo fornitori di barche a evasori

30 settembre, 13:39
Salone Nautico: Demaria (Ucina), si respira un'energia nuova Salone Nautico: Demaria (Ucina), si respira un'energia nuova

(ANSA) - GENOVA, 29 SETT - "Il mercato, che ho definito un alleato, non mi ha tradito e credo che questo salone darà delle buone soddisfazioni. Si respira un'energia diversa": non ha dubbi la presidente di Ucina Confindustria Nautica Carla Demaria sulle prospettive della 55ma edizione del Salone Nautico Internazionale .

Questa energia nuova che si respira, sottolinea la presidente di Ucina, viene anche da un cambiamento di atteggiamento da parte della politica, concretizzatosi nei giorni scorsi con il passaggio in senato della legge delega per il codice della nautica. "C'è stato uno sforzo per venirci incontro - afferma - perché finalmente ci si rende conto di quanto il settore della nautica sia importante per il pil nazionale. C'è ora una difesa dell'eccellenza italiana. Inoltre non c'è alcun altro settore che abbia un moltiplicatore così alto nel rapporto tra dipendenti diretti e indotto: da quasi 17 mila saliamo a 80 mila considerato l'indotto. Per fortuna la politica se n'è accorta e reagisce positivamente. La legge delega è un grande passo, un segnale importante, al di la dell'efficacia delle norme che verranno modificate. Non siamo più visti come un club che fornisce barche a evasori fiscali".

Secondo Demaria, l'ottimismo "si giustifica pienamente" e da marzo ad oggi "non ha fatto che crescere" visti i segnali di recupero del mercato. "Ma nessun fuoco d'artificio - precisa -. Non possiamo certo immaginare un salone nautico come quelli degli anni d'oro in cui c'erano più clienti che barche da vendere e la domanda superava l'offerta". "Una conferma dell'inversione di tendenza del mercato viene dai dati in crescita a due cifre del leasing nautico che indicano una ripresa del mercato interno perchè i contratti in leasing li fanno li italiani. L'export, dove siamo fortissimi ha resistito di più rispetto alle vendite domestiche. Da uno studio che abbiamo realizzato con la Fondazione Symbola sulle eccellenze della nautica italiana emerge che siamo campioni per quello che riguarda il surplus commerciale, cioè la differenza tra l'import e l'export. Siamo superiori a settori dell'Italia che va molto bene come l'arredamento o l'alimentare. Il mercato interno invece aveva subito una contrazione pazzesca, al di la della crisi, anche a causa della cecità da parte delle istituzioni centrali che tentavano di deliberare leggi che invece di aiutarci ci affondava, come la famosa tassazione sugli ormeggi in Italia che ha fatto partire quasi 40 mila barche". (ANSA).

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