(ANSA) - GENOVA, 21 FEB - "Non vado in pensione", commenta
Luigi Negri a proposito della cessione ai fondi Infracapital e
Infravia del Gip (Gestione investimenti portuali) con tutte le
partecipazioni nel settore dei terminal container. Restano tutte
le altre attività. "Ci sono tante cose da fare e ci
concentreremo moltissimo, ad esempio, sul rilancio della Slam,
un buon marchio, soprattutto per i miei nipoti. Continueremo a
portare avanti l'attività sulle spedizioni, le agenzie
marittime, la logistica", continua.
Certo, un momento di magone lo ha vissuto, dopo 24 anni di
gestione del terminal Sech, da pioniere della privatizzazione
del porto di Genova, quando ieri ha presentato i nuovi arrivati
al management e ha salutato, ma la scelta era diventata
inevitabile. "Il mondo del terminalismo nel settore dei
contenitori è cambiato - spiega l'imprenditore - Quando siamo
entrati noi era labour intensive, il costo maggiore era quello
del lavoro, e poteva essere gestito non dico a livello familiare
ma da medi operatori come noi. Ora con lo sviluppo della
tecnologia, terminal super attrezzati e navi in arrivo sempre
più grandi che richiedono gru sempre più grandi e investimenti,
questo mestiere è diventato capital intensive. Quindi abbiamo
cercato capitale e abbiamo trovato un fondo inglese anomalo,
Infracapital, che investe molto a lungo termine, vuole fare
impresa, e ci siamo piaciuti". Insomma: "Abbiamo venduto perché
le sfide erano diventate di grandissimi investimenti. Noi siamo
stati pionieri nella privatizzazione del porto, ora ci vogliono
spalle più robuste".
(ANSA).
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