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Bono, Fincantieri grande tra grandi, ora player globale

Dopo l'accordo francese, road map su militare,poi Australia e Cina

29 settembre, 09:04
FINCANTIERI: BONO, GRANDE TRA GRANDI FINCANTIERI: BONO, GRANDE TRA GRANDI

 di Alfonso Di Leva (ANSA) - TRIESTE, 28 SET - Fino a qualche giorno fa sembrava impossibile e, invece, ora che è diventato realtà, sancito ai massimi livelli da Paolo Gentiloni ed Emmanuel Macron, il "miracolo francese" vissuto nella vicenda di Stx France pone "le basi per una grande crescita" e lancia Fincantieri in una dimensione di player globale, "grande fra i grandi". L'immagine è dell'amministratore delegato del gruppo navalmeccanico italiano, Giuseppe Bono, strenuo e tenace sostenitore del percorso per il consolidamento dell'industria cantieristica europea, unica strada - ha sempre detto - per competere in una partita che ormai è globale, con un solo tipo di giocatori: i giganti. E il player europeo che può nascere dall'integrazione (avviata con l'accordo di Lione) fra Fincantieri, Naval Group e Stx France é un colosso dai numeri impressionanti: dieci miliardi di euro di ricavi all'anno; 50 miliardi di carico di lavoro (backlog); 35.000 dipendenti; 120.000 addetti nell'indotto in Europa; cantieri e strutture in più di venti paesi, oltre a un portafoglio tecnologico all'avanguardia. Un colosso che, con Fincantieri, è già il primo operatore al mondo nella costruzione di navi da crociera, ora ancora più forte con il controllo degli storici cantieri di Saint Nazaire di Stx France, i più estesi d'Europa. Ma Fincantieri e il futuro colosso europeo sanno bene che la partita più importante é quella del settore militare, dove si prevede un giro d'affari di 771 miliardi di dollari fra il 2016 e il 2025. Qua l'integrazione italo-francese è sicuramente più complessa e difficile, perché, oltre alle navi, bisogna realizzare complessi sistemi militari, e perché coinvolge una molteplicità di soggetti. A cominciare dalla francese Thales, che ora detiene il 35% di Naval Group, e di cui l'italiana Leonardo é, al momento, un concorrente. Naval Group - per citare un altro nodo da sciogliere - è oggi il secondo costruttore al mondo di sottomarini convenzionali e fabbrica quelli nucleari per la Marina Francese, mentre Fincantieri produce solo quelli convenzionali (con tecnologia a celle combustibili) e si è concentrata e rafforzata sulle navi militari di superficie. Per sciogliere questi e altri nodi a Lione è stata indicata la strada di una "road map" che un gruppo di lavoro italo-francese dovrà presentare ai due governi entro il 30 giugno 2018. L'obiettivo é "unirsi per avere nuove fette di mercato", come ha detto oggi il ministro dell'economia francese, Bruno Le Maire, in visita ai cantieri di Saint Nazaire. A cominciare, per fare un esempio, dalla grande commessa per la costruzione di nove fregate per la Marina australiana, progetto da 23,5 miliardi di euro per il quale Fincantieri è già nella short list, in concorrenza con la spagnola Navantia e la britannica BAE Systems. Fincantieri oggi ha promesso di gestire il progetto attraverso la sua consociata australiana e con forza lavoro tutta locale, quotando Fincantieri Australia alla Borsa di Sidney in caso di aggiudicazione della commessa. C'è poi - per fare un altro esempio - il grande mercato cinese, dove Fincantieri, alla fine di febbraio, ha concluso un ordine per la costruzione di due navi da crociera, piu' due in opzione, da realizzare con il colosso cinese CSSC (China State Shipbuilding Corporation) nei cantieri di Shangai. "Abbiamo imparato a competere - ha scritto oggi Bono ai dipendenti Fincantieri - dobbiamo continuare a farlo senza timori. La crisi ci ha spronato e la nostra strategia di resistenza é diventata un piano di espansione". "Non c'è nessun match e nessuno deve vincere - ha ammonito Bono oggi ad Ancona, a margine del varo, della nave da crociera Viking Orion - L'obiettivo è creare valore e lavoro". Una linea che gli analisti finanziari anche oggi hanno apprezzato nei loro reports, mentre in Borsa sono scattati i realizzi e il titolo ha chiuso in calo del 5,2% a 1,04 euro, che segna comunque un rialzo di oltre il 120% dall'inizio dell'anno.(ANSA).

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