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Marò: mille giorni,Modi cerca uscita a 'pasticcio indiano'

Secondo media indiani potrebbe incontrare Renzi a Brisbane

13 novembre, 15:03
Marò: mille giorni,Modi cerca uscita a 'pasticcio indiano' Marò: mille giorni,Modi cerca uscita a 'pasticcio indiano'

 (di Maurizio Salvi) (ANSA) - NEW DELHI, 11 NOV - Sono passati ben 1.000 giorni da quel 15 febbraio 2012, quando in alto mare, al largo delle coste dello Stato indiano del Kerala, due pescatori del peschereccio St.Antony furono uccisi in un incidente dai contorni ancora oggi non del tutto chiariti ed in cui sono rimasti coinvolti i Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. La vicenda, che ha causato gelo fra Italia ed India e suscitato molte polemiche, ha finito per diventare ostaggio di un sistema giudiziario indiano che si è mostrato incapace di mettere in atto procedure tali da giungere ad una soluzione del caso, qualunque essa sia, in tempi ragionevoli. Nel frattempo a Latorre è venuto un ictus ed è tornato in Italia per seguire terapie riabilitative, mentre Girone è diventato l'unico ospite dell'ambasciata d'Italia dove vive in libertà dietro cauzione. Una scadenza che in Italia ha riacceso le polemiche con Deborah Bergamini e Annagrazia Calabria di Forza Italia che li hanno definiti "mille giorni di ingiustizia" e "di chiacchiere", Maurizio Gasparri che ha avvertito il governo sul fatto che "il termine di sopportazione sta per scadere", mentre il presidente di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni ha parlato di "mille giorni di umiliazioni". Ma anche in India non mancano le polemiche sulla lentezza della giustizia. Come ha sottolineato questa settimana R. Prasannan sul settimanale The Week, "la legge (indiana) ha intrapreso una corsa ad ostacoli nel caso dei Fucilieri di Marina facendo sembrare l'India come una repubblica delle banane. Un Paese che detiene le persone senza processo. Sono passati tre anni da quelle morti e questi uomini non sono stati neppure incriminati". Prasannan ipotizza che in occasione del G20 di Brisbane, il premier italiano Matteo Renzi incontrerà il collega indiano Narendra Modi e gli chiederà conto della situazione. "Modi farà bene a chiedere prima di partire per l'Australia una documentazione aggiornata sul modo in cui si può mettere fine in qualsiasi modo a questa sciocchezza". E che non gli venga in mente di ripetere la litania che "la questione è sub judice", conclude, "perché una questione può dirsi sub judice solo quando i capi di accusa nei confronti di un imputato siano stati presentati". E questo non e' il caso. E' stato possibile misurare l'imbarazzo indiano sulla vicenda il 15 ottobre quando la stampa ha indicato che il dossier del processo dei due militari italiani sarebbe stato al centro di un vertice con Ajit Doval, consigliere per la Sicurezza nazionale di Modi. Una fonte del ministero dell'Interno ha poi smentito, sottolineare ulteriormente le difficoltà esistenti. Da mesi la Corte Suprema, dove i dossier dei ricorsi dello Stato italiano e degli stessi Fucilieri giacciono dopo la decisione che la giurisdizione sul caso non era del Kerala ma dello Stato centrale, non tiene più udienze. Il 12 dicembre è comunque prevista una udienza presso la Cancelleria della stessa Corte in cui si deve verificare se i ministeri competenti indiani e la polizia investigativa Nia hanno risposto ad una richiesta di parere sull'istanza italiana tendente ad eliminare la stessa Nia dal processo. Questo perché dopo che la Corte ha accolto la posizione del precedente governo a rinunciare all'uso della legge antiterrorista Sua Act per processare Latorre e Girone, i legali della difesa hanno chiesto che anche la polizia Nia sia esclusa perché essa può operare solo con le leggi antiterroriste. Potrà l'India gestire il caso solo con l'applicazione del Codice penale indiano? Agli esperti sembra molto difficile, e intanto si avvicina a grandi passi la data del 14 gennaio, quando scadranno i quattro mesi concessi a Latorre per la sua riabilitazione. (ANSA).

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