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Mare: per lavorare negli abissi arrivano robot amici uomo

Ad Oceans' 15 a Genova le ultime frontiere tecnologia marina

21 maggio, 14:32
Robot sottomarini del Cmre Robot sottomarini del Cmre

(di Cristina Re) (ANSA) - GENOVA, 18 MAG - Robot in mare come nello spazio per arrivare là dove l'uomo ha difficoltà ad operare: è il caso dei veicoli autonomi dotati di pinze capaci di interagire e 'lavorare' insieme. Spostano, sollevano, riposizionano cavi e tubi, in totale cooperazione, come esperti lavoratori. E' il progetto Maris, a cui lavorano alcune università facenti parte dell'Isme, il Centro Interuniversitario di Ricerca sui Sistemi Integrati per l'Ambiente Marino, che raggruppa i laboratori delle Università italiane attive nell''oceanic engineering' con sede e direzione a Genova. E' una delle nuove frontiere nel campo delle tecnologie marine presentata a Genova, in occasione di 'Oceans'15', il più importante evento scientifico internazionale in questo campo, quest'anno per la prima volta organizzato nel Mediterraneo. Al centro congressi dei Magazzini del Cotone, nel porto antico di Genova, sono confluiti da tutto il mondo, in particolare Cina e Stati Uniti, più di 700 ricercatori del mondo accademico e industriale. Fino a giovedì 21 maggio affrontano temi che vanno dall'oceanografia alla sicurezza della navigazione, dall'ambiente marino costiero alla robotica, dalla gestione delle risorse e la produzione di energia "verde" all'architettura navale e alla strumentazione elettronica. Libero ingresso per il pubblico all'area espositiva dove sono presenti 60 aziende, 15 delle quali italiane, e alle due navi ormeggiate alla banchina antistante i magazzini del cotone: l'unità idrografica Aretusa della Marina Militare Italiana e la nave oceanografica Leonardo del Centro per la Ricerca marittima e la Sperimentazione (Cmre) della Nato con sede alla Spezia. Molte le curiosità anche per il profano. C'è il robot 'amico' del subacqueo: si chiama Caddy ed è in grado di interpretare il linguaggio dei segni usati dall'uomo sottacqua per capire se è in pericolo e di cosa ha bisogno. C'è la boa robotizzata che, agganciata ad una cima e lanciata in mare dalla nave in avaria, può comunicare con una boa gemella di cui viene dotato il rimorchiatore, in caso di impossibilità di intervento umano. Ci sono i veicoli autonomi siluriformi che possono spostarsi in vaste aree per raccogliere dati (temperature, parametri biologici, acustici). Possono spostarsi in acque molto basse e rilevare dati sull'erosione delle coste, oppure essere utilizzati a scopi antintrusione per la sicurezza dei porti. O ancora per far brillare le mine nei fondali marini. Vengono in questo caso lanciati da un mezzo di superficie e, usati 'a perdere', nel gergo degli esperti 'suicidati'. Alcuni di questi veicoli autonomi sottomarini, i 'glider' rimarranno in funzione durante l'evento per un tutorial e per una sperimentazione scientifica in real time nel Mar Ligure per la raccolta di dati oceanografici che vengono condivisi nello stand del Cmre con i visitatori. (ANSA)

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