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Mondo del mare fattore sviluppo anche per agro-alimentare

Presentato a Milano rapporto ''Feeding the Planet"

23 giugno, 14:26
Il Terminal Frutta del porto di Genova Il Terminal Frutta del porto di Genova

(ANSA) - MILANO 23 GIU  -  5.800 miliardi le tonnellate-chilometro prodotte dal trasporto marittimo di merci alimentari , 160 milioni le tonnellate prodotte dalla pesca : sono i numeri contenuti nel rapporto  ‘Feeding the Planet: the Maritime Economy Contribution’, realizzato dalla Federazione del sistema marittimo italiano assieme a D’Appolonia (Gruppo Rina) per la parte internazionale e al Censis per quella italiana, presentato a Milano, in connessione con Expo 2015,  presso la Camera di Commercio.

“E’ importante - ha dichiarato il presidente della Federazione Paolo d’Amico - essere qui e sottolineare come il mondo del mare sia un fattore di sviluppo anche per l’industria agro-alimentare, fiore all’occhiello della nostra economia. Il rapporto evidenzia come le attività marittime svolgano un ruolo fondamentale nell’assicurare l’alimentazione mondiale con efficienza energetica e sostenibilità ambientale. Quello marittimo è il 65% del trasporto globale di cibo e le emissioni di CO2 corrispondenti sono solo pari al 12%. Ogni tonnellata trasportata viaggia per oltre 5.500 miglia (10.500 km). Il commercio marittimo assicura l’interscambio di merci agricole e alimentari, mettendo in comunicazione aree continentali altrimenti isolate e obbligate solo a scambi terrestri. Le attività marittime servono il 90% del commercio mondiale, che nell’ultimo decennio è cresciuto da 6 a 10 miliardi di tonnellate e salirà nel 2030 a 17 miliardi. L’integrazione tra le varie aree del pianeta e il loro sviluppo, non sarebbero possibili senza il contributo del mare”.

Nello scenario internazionale, il trasporto marittimo di merci alimentari ha raggiunto 5.800 miliardi di tonnellate-chilometro (unità di misura del trasporto che definisce non solo il peso delle merci, ma anche le distanze da esse percorse). I volumi trasportati via mare contano oggi circa 100milioni di tonnellate di alimenti deperibili (carne e pollame, frutta e verdura, pesce, latticini, altre categorie)e circa 400 milioni di tonnellate di granaglie(frumento, altri cereali, soia). I container refrigerati (reefer) sono il 14% del numero globale di TEU. Sui100milioni di tonnellate deperibili trasportate via mare, il 76% è trasportato in reefer. Il trasporto via mare di granaglie è aumentato del 3.2% su base annua. La produzione globale di pesce è pari a 160 milioni di tonnellate ed il volume globale dell’import-export ha raggiunto58milioni di tonnellate, con un picco di valore pari a 130miliardi di dollari (Fonte d’Appolonia)

 In Italia, i flussi di prodotti agro-alimentari diretti all’estero sono pari a circa 22,5 milioni di tonnellate,per 34,3miliardi di euro. Gli armatori italiani svolgono un ruolo di rilievo a livello mondiale, con 264 navi da carico secco alla rinfusa o containerizzato utilizzabili per queste mercie oltre 8,2 milioni di stazza lorda. Il trasporto di prodotti agro-alimentari attraverso i porti italiani ammonta a 26,2milioni di tonnellate(7% del totale delle merci movimentate per via marittima). I traffici marittimi internazionali sono il 72%, per 18,9milioni di tonnellate, a fronte di 7,3milioni di tonnellate che da porti italiani si imbarcano verso altri porti del Paese. Quattro sono i porti di riferimento, in termini di volumi: Ravenna, che con quasi 3,5milioni di tonnellate movimentate è l’hub incontrastato dell’agrifood, Livorno (2,8milioni), Venezia (2,5milioni) , Gioia Tauro (2,4milioni). Chioggia, Bari e Ancona,pur presentando volumi inferiori,sono i porti a maggiore vocazione agricola ed alimentare, con una quota di queste merci sul totale che varia tra il 43,4% al porto di Chioggia, il 41,6% in quello di Bari e il 32,5% ad Ancona. Sotto il profilo della pesca, l’Italia occupa la sesta posizione continentale in termini di produzione di pesce, con 363mila tonnellate (il 6,2% del totale). Forte è il trend dell’acquacoltura (+9,1%), che oggi sfiora il 45% del prodotto,con quasi 163mila tonnellate. (Fonte Censis). (ANSA) .

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