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Alex Bellini,"andrò alla deriva su un iceberg"

In primavera nuova missione avventuriero, ma non sono supereroe

03 agosto, 23:44
ALEX BELLINI, 'ANDRO' ALLA DERIVA SU UN ICEBERG' ALEX BELLINI, 'ANDRO' ALLA DERIVA SU UN ICEBERG'

(di Gioia Giudici) (ANSA) - MILANO, 3 AGO - Sopravvivere su un iceberg alla deriva documentandone le fasi di scioglimento: è la prossima avventura, anzi, 'missione', come la chiama lui, di Alex Bellini, l'uomo che nel 2005 ha remato 11mila km in solitaria attraverso il mar Mediterraneo e l'oceano Atlantico e che nel 2008 si è ripetuto affrontando, sempre da solo, l'oceano Pacifico, remando dal Perù all'Australia per 18mila km.

Per imprese come queste, il trentasettenne avventuriero originario di Aprica (Sondrio) è stato riconosciuto come Best Adventurer agli Adventure Awards days che si sono appena conclusi a Livigno. Ma anziché autocelebrarsi, al pubblico del festival Bellini ha voluto mostrare un video che lo vede stremato, in uno degli ultimi giorni di traversata del Pacifico, mentre si domanda :"chi me lo ha fatto fare?" e rimpiange di non essere rimasto a casa a godersi una serata sul divano con la moglie Francesca, che è la sua prima supporter.

"Mi piace mostrare immagini come queste perché il rischio - racconta Alex all'ANSA - è che gli altri mi vedano come un supereroe o comunque come una persona con una motivazione superiore alla media, mentre il fatto è che riesco a dar valore a cose cui gli altri non danno senso". In quest'ottica, Bellini crede che il suo esempio possa essere di ispirazione per tutti: "l'avventura non si deve per forza realizzare, l'importante è fissarsi un obiettivo più grande di sé, non bisogna per forza mettere l'accento sul risultato ma sul processo. Il momento più bello è quando concepisci l'avventura, anche perché difficilmente poi è come te l'aspettavi, devi per forza fare i conti con la fattibilità del progetto, ma l'essere idealista - considera - è una caratteristica importante dell'avventuriero, che è un sognatore capace di flessibilità"., In un mondo in cui tutto sembra già fatto e a portata di mano, Alex è riuscito a concepire un'impresa mai compiuta prima, ispirandosi a Umberto Nobile, che nel 1928 tentò di sorvolare il polo Nord su un dirigibile ma naufragò sul pack dove sopravvisse per 40 giorni. "Mi sono chiesto come fosse vivere in un ambiente dove non puoi controllare nulla, sperimentare lo stato di abbandono dell'andare alla deriva, ma il progetto - spiega - è nato anche per documentare le conseguenze del cambiamento climatico. Non sono uno scienziato né un ambientalista, ma voglio che si parli di questo tema e l'avventura è uno strumento potente per farlo". La missione sull'iceberg "è il progetto più ambizioso che potessi immaginarmi, mi costa gli anni migliori della mia vita, sono 4 anni che lo preparo ed è - spiega - molto diverso dai precedenti: ero abituato a curare l'aspetto fisico qui invece devi gestire i rischi creando dei presupposti sicuri". Per sopravvivere sull'iceberg Bellini avrà a disposizione una capsula di sopravvivenza, dove passerà il 90% della giornata, mentre il resto del tempo sarà dedicato alla raccolta del ghiaccio per l'acqua e alla manutenzione delle apparecchiature, tutte attività che lo costringeranno a uscire dalla sua zona di sicurezza e che lo esporranno a notevoli rischi, visto che l'iceberg potrebbe spaccarsi, rovesciarsi o inabissarsi. "I rischi vanno calcolati sennò non è un'avventura, ma un tentato suicidio" spiega Alex, che ha calcolato 150 variabili che potrebbero portare alla sua morte durante l'avventura e sta lavorando per dare una soluzione a ognuna prima della partenza, che dovrebbe avvenire la prossima primavera dalla costa occidentale della Groenlandia, quando dall'alto di un elicottero andrà in cerca di un iceberg piatto e largo quanto un campo da calcio, che sarà la sua casa per un tempo stimato da un minimo di 2-3 mesi a un massimo di 1 anno, "finché l'iceberg non si scioglierà o vivrà momenti catastrofici". Questa nuova avventura sarà seguita da un board scientifico che darà vita a un forum virtuale sul cambiamento climatico cui Alex parteciperà via web. Sarà anche un modo per tenersi impegnato e tenere a bada la noia "che sarà l'aspetto critico, il fattore che mi ha mandato fuori di testa sul Pacifico e sull'Atlantico, dove ho passato 18 giorni sdraiato maledicendomi, per poi realizzare che, se mi avessero detto che avrei trovato disperazione e angoscia e che ciò che mi serviva davvero ce l'avevo già a casa mia, non ci avrei creduto". "Nonostante questi momenti di chiarezza - confida - non smetti di viaggiare, non è che diventi dipendente dall'avventura, è che è nella natura umana esplorare, voler vedere con i propri occhi accettando i rischi dell'impresa".(ANSA).

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