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Fase 2: Zanin,servono intese con aree omogenee oltre confine

Anche in settore turismo ma no a guerra tra poveri.

14 maggio, 10:23
(ANSA) - TRIESTE, 14 MAG - "Nei rapporti con i Paesi transfrontalieri credo occorra più che una politica a livello nazionale, una a livello locale, di comunità regionali che si possono confrontare in base alla situazione della diffusione del virus sui propri territori con i territori limitrofi. Se sono omogenei, bisogna garantire che ci sia una relazione. Se fra Carinzia e Friuli le condizioni del virus sono simili, è più facile muoversi dal Friuli alla Carinzia che non dal Friuli alla Lombardia. Sono d'accordo dunque sulla differenziazione legata alla responsabilità delle comunità e delle relative amministrazioni". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Fvg, Piero Mauro Zanin, in una intervista all'ANSA.

Siamo pronti per una riapertura dei confini? "Credo che su questo il governo voglia prendersi ancora un po' di tempo, si parla di giugno. Noi lo chiediamo con forza: ho avuto incontri di recente, con altri colleghi, con presidente del Comitato europeo delle regioni, Apostolos Tzitzikostas, e sia noi che il presidente del Trentino-Alto Adige, Arno Kompatscher, abbiamo posto il problema delle relazioni dei confini che non è solo relativo alle attività commerciali transfrontaliere ma riguarda la possibilità di far muovere in sicurezza popolazioni e consentire un intervento sul turismo che in Fvg rappresenta il 10 per cento del Pil ed è il settore che rischia di più".

Alcuni Paesi però si stanno organizzando da soli. "Slovenia e Croazia stanno pensando a corridoi per alcuni Paesi e non per altri: Cechia, Germania. L'Italia ha più difficoltà perché siamo più colpiti dal virus. Ma più che una concorrenza tra queste regioni c'è la necessità di mettere in piedi un sistema completo, interconnesso, che consentirà maggiori ricadute anche nei singoli territori. Non possiamo farci la guerra tra i poveri".

Prima del Covid c'erano rapporti stretti con Slovenia e Croazia.

E' cambiato qualcosa? "Con Slovenia e Croazia sì, con la possibilità di creare un coordinamento normativo su materie transfrontaliere, una legislazione coerente e complementare tra le realtà. Covid ha però interrotto le relazioni dirette. Anche questi Paesi oscillano tra paura del covid e paura della recessione economica, la prima porta a chiudere, la seconda ad aprire, quindi tentano di aprire in sicurezza. Alcune scelte che stanno facendo mi sembrano di carattere autarchico, difendono la loro realtà, e anche noi in parte facciamo così, credo che però nelle prossime settimane se realmente vogliamo vincere e non mortificare il mercato turistico e non solo, dovremo cominciare a ragionare su protocolli di omogeneità rispetto a territori che hanno risposto in maniera coerente al virus. Credo che anche il presidente Fedriga e il Consiglio Fvg cercheranno di attivare una riflessione per affrontare quest'emergenza. (ANSA).

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