(ANSA) - BELGRADO, 22 GIU - Trionfo annunciato per il
presidente Aleksandar Vucic in Serbia. Rispettando tutti i
pronostici della vigilia, il Partito del progresso serbo (Sns,
conservatore) guidato da Vucic ha vinto con larghissimo margine
le elezioni parlamentari e amministrative di domenica nel Paese
balcanico. I primi dati parziali diffusi in serata dalla tv
pubblica Rts, basati su elaborazioni degli istituti Ipsos e
Cesid, assegnano allo Sns percentuali superiori al 60%. Il primo
dato del 63,4% è stato limato successivamente al 62,5% man mano
che il campione esaminato aumenta. Ma il successo del presidente
appare inconfutabile, considerando anche che al secondo posto in
termini di consenso, e lontanissimo, figura il Partito
socialista (Sps) del ministro degli esteri Ivica Dacic, alleato
di governo, che ottiene il 10,7%, una percentuale peraltro
inferiore alle attese e alle previsioni dei sondaggi che
parlavano di cifre al di sopra del 12%. Stando ai primi dati
parziali, sarebbero solo tre le forze politiche a superare la
soglia di sbarramento del 3% e a ottenere seggi nel parlamento
unicamerale di 250 deputati. Oltre a Sns e Sps, anche il
movimento Spas, forza di opposizione moderata di centrodestra
guidata dall'ex pallanuotista Aleksandar Sapic, accreditato di
circa il 4%. Tutte le altre 18 forze politiche in lizza
sarebbero al di sotto del 3%. L'opposizione, che inizialmente
nei mesi scorsi sembrava voler correre unita e fare muro contro
l'Sns di Vucic - il fronte di opposizione era accreditato fra il
13% e il 14% - ha poi deciso di boicottare il voto ritenendo che
non ci fossero in Serbia le condizioni per elezioni libere e
democratiche. Ma successivamente l'opposizione stessa si è
divisa, con le forze più dure e radicali che hanno confermato il
boicottaggio, mentre altri partiti e movimenti su posizioni più
moderate hanno deciso di partecipare alla consultazione, anche
dopo l'abbassamento dello sbarramento dal 5% al 3%. Il risultato
tuttavia non è stato dei migliori per gli avversari di Vucic,
visto che - stando ai primi dati parziali - solo una forza di
opposizione entrerebbe in parlamento. Dragan Djilas, uno dei
leader dell'opposizione radicale, ha tuttavia sostenuto che il
boicottaggio ha avuto successo abbassando l'affluenza che è
stata a suo avviso molto inferiore al 50% di cui parla lo Sns,
cosa questa che non conferisce legittimità al potere di Vucic.
Per Djilas la partecipazione sarebbe stata poco superiore al
40%, e a Belgrado solo del 36%. L'ultimo dato ufficiale della
commissione elettorale relativa alle 18 parlava di una
partecipazione del 40,82%. Il partito di Vucic ha reso noto in
serata che alle urne si è recato poco più del 50%. Stando ai
primi dati parziali, all'Sns di Vucic andrebbero 180 seggi dei
250 complessivi del parlamento, all'Sps 30, a Spas 11. Una
maggioranza schiacciante che consentirebbe al partito del
presidente di governare da solo e di continuare - come ha più
volte detto Vucic in campagna elettorale - nel programma di
riforme per la modernizzazione del Paese e la realizzazione
delle necessarie infrastrutture, unitamente al capitolo relativo
al Kosovo e alla difficile ricerca di un accordo sulla
normalizzazione dei rappporti con Pristina.(ANSA).
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