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Energia: centrali Balcani ancora ben oltre limiti emissioni

Di sei volte per il secondo anno consecutivo, svela studio

24 giugno, 15:11
(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO, 24 GIU - Le centrali elettriche alimentate a carbone in funzione nei Balcani occidentali continuano a superare e di molto i limiti relativi alle emissioni, in violazione delle norme previste dal trattato della Comunità dell'energia. Lo sostiene un nuovo rapporto pubblicato da Cee Bankwatch Network, una rete di gruppi ambientalisti che operano nei Paesi dell'Europa centro-orientale.

Il rapporto 'Comply or Close' svela che nel 2019 le centrali a carbone dei vicini Balcani hanno superato "i limiti" di emissione stabiliti dai piani nazionali, in particolare nei valori di anidride solforosa, "di sei volte, per il secondo anno consecutivo", ha lanciato l'allarme Bankwatch. I 'Piani nazionali di riduzione delle emissioni' sono meccanismi che fissano il limite obbligatorio di emissioni a livello nazionale, non per singolo impianto, ha ricordato il network di ambientalisti. "Entro la fine del 2027, tutti gli impianti dovranno essere conformi ai valori limite di emissione, anche singolarmente", ma l'obiettivo è ancora lontano, ha osservato Bankwatch.

Il rapporto ha individuato alcuni impianti critici, in particolare la centrale di Bitola, in Macedonia del Nord, che nel 2019 ha raddoppiato le sue emissioni di anidride solforosa.

Nel mirino, anche l'obsoleta centrale Kosova B, in Kosovo, che rimane il principale 'produttore' di polveri della regione, diffondendone 5,4 volte in più delle quote fissate.

"Due anni e mezzo sono trascorsi da quando la legislazione sul controllo dell'inquinamento, ai sensi del trattato della Comunità dell'energia, ha obbligato i governi dei Balcani occidentali ad applicare le norme della Ue" sulle emissioni.

Secondo la nuova analisi di Bankwatch, "l'inquinamento atmosferico - principalmente da anidride solforosa e da fuoruscita di polveri dalle centrali elettriche a carbone - rimane ostinatamente alto", letteralmente "soffocando le comunità in tutta la regione e oltre ", ha denunciato Bankwatch.

"Qualsiasi governo che insista nel mantenere operative queste inquinanti centrali elettriche, deve intensificare gli investimenti" nelle più moderne "apparecchiature di controllo dell'inquinamento" e nel frattempo ridurre "le ore di attività degli impianti", ha affermato Pippa Gallop, consulente per l'energia del sud-est Europa con Bankwatch e co -autore, insieme ad altri, del rapporto. I risultati sono "una testimonianza dell'atteggiamento attendista dei governi, che sta già mettendo a rischio vite umane. Migliaia di persone in tutta la regione e nei paesi limitrofi della Ue stanno morendo prematuramente a causa dell'inquinamento provocato da queste centrali a carbone ", ha osservato da parte sua Davor Pehchevski, coordinatore della campagna di Bankwatch sull'inquinamento atmosferico nei Balcani. "I governi non possono più scommettere sul carbone ", ha fatto sentire la sua voce preoccupata anche Ioana Ciuta, coordinatrice dell'energia di Bankwatch e coautrice del rapporto. "Resta da vedere se i due maggiori investimenti finalizzati a 'desulforare' la regione - l'uno, a Ugljevik in Bosnia-Erzegovina, l'altro, a Kostolac B in Serbia - concorreranno davvero a ridurre l'inquinamento atmosferico. In ogni caso - ha chiosato Ciuta - i decisori politici in tutta la regione devono iniziare a chiudere le centrali elettriche a carbone, per passare a forme sostenibili di energia rinnovabile ". (ANSA).

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