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Coronavirus:in Croazia e Slovenia forte contrazione economie

Studio wiiw, ripresa sarà più lenta che dopo "Grande recessione"

07 maggio, 18:35
(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO, 07 MAG - La recessione economica causata da pandemia e lockdown sarà massiccia in tutta l'Europa centro-orientale - e la ripresa più debole che nel 2010 - con effetti negativi maggiormente accentuati in Paesi le cui economie contano di più su commercio estero e turismo, come Croazia, Slovenia, Slovacchia e Montenegro. È quanto prevede l'Institute for International Economic Studies (wiiw) di Vienna, in un nuovo rapporto dedicato a Est Europa e Balcani, reso pubblico ieri.

Secondo il wiiw, le maggiori contrazioni del pil reale quest'anno dovrebbero essere osservate in Croazia (-11%), Slovenia (-9,5%), Slovacchia (-9%) e Montenegro (-8%), nazioni dove la recessione sarà più violenta rispetto alla media nella regione. Nell'Europa orientale, il pil medio diminuirà infatti di circa il 6,1% nel 2020, rispetto a un -5,6% registrato nel 2009. Sono stime che fanno intuire che il 2020 sarà, dal punto di vista economico, "l'anno peggiore per l'Europa orientale dai primi Anni Novanta", ha spiegato l'istituto con sede a Vienna.

A differenza di Zagabria, Lubiana, Bratislava e Podgorica, le capitali le cui economie fanno meno affidamento sul commercio estero e sul turismo, ma anche quelle che hanno mobilitato significative risorse finanziarie per mitigare gli effetti della crisi e le nazioni che sono state in grado di allentare o abolire prima il lockdown, dovrebbero subire invece un impatto meno drammatico dalla recessione incombente. Tra i Paesi che saranno relativamente meno colpiti dalla nuova crisi economica, la Repubblica Ceca (pil a -4,8%), il Kosovo (-4,4%), Polonia e Serbia (-4%) e Moldova (-3%).

Secondo il wiiw, la crisi cambierà anche molti aspetti della vita economica nell'Europa centrale e orientale e nei Balcani.

"È probabile che i consumatori saranno più attenti e che riservino una quota maggiore del proprio reddito al risparmio", mentre i governi potrebbero decidere l'introduzione di tasse più alte "per compensare l'enorme aumento del debito pubblico". Allo stesso tempo, i Paesi del gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) e forse Serbia e Macedonia del Nord potrebbero beneficiare di una nuova ondata di delocalizzazioni di società manifatturiere e di servizi dell'Europa occidentale.

A livello geopolitico, "è probabile che la Cina continui a svolgere un importante ruolo economico e politico nei Paesi extra Ue" della regione, mentre la Russia "non ha le risorse fiscali per essere un attore economico importante" al tempo del coronavirus.

Per quanto riguarda la ripresa post-recessione, anche nella regione è attesa nel 2021, ma sarà più debole rispetto a quella osservata dopo la 'Grande recessione' di oltre un decennio fa.

Secondo l'istituto con sede Vienna, la crescita media nella regione sarà del 2,8% nel 2021, mentre nel 2010 la crescita media del pil nell'area aveva toccato il 4,4%. Il motivo principale risiede nel fatto che "questa crisi colpisce non solo un settore, ma tutti i comparti allo stesso momento" e ciò implica "un calo più forte" dell'economia "nel 2020 che nel 2009", spiega all'ANSA Mario Holzner, direttore esecutivo del wiiw. Inoltre, una ripresa "può iniziare pienamente solo quando c'è un vaccino, che potrebbe essere disponibile solo nella seconda metà del 2021". Ma dopo l'eventuale arrivo della vaccinazione, conclude Holzner, "la ripresa potrebbe essere migliore che quella registrata dopo la crisi finanziaria globale". (ANSA).

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