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Croazia: elogia diaspora filonazista, critiche a presidente
Grabar Kitarovic in Argentina. Condanna anche da Zuroff
15 marzo, 18:52
(ANSA) - ZAGABRIA - È polemica in Croazia per le
dichiarazioni fatte nei giorni scorsi in Argentina dalla
presidente Kolinda Grabar Kitarovic, che ha definito "patrioti"
i croati filonazisti fuggiti nel 1945 in Sudamerica.
Durante un incontro con la comunità croata a Buenos Aires, Kitarovic ha detto "che molti croati dopo la Seconda guerra mondiale hanno trovato in Argentina uno spazio di libertà dove hanno potuto testimoniare il proprio patriottismo". La dichiarazione ha suscitato condanne da gran parte dell'opinione pubblica croata, essendo risaputo che dopo la vittoria in Jugoslavia del movimento antifascista e comunista del maresciallo Tito, in Argentina, sotto la protezione del regime filofascista e autoritario di Juan Perón, trovarono rifugio il duce croato, il leader ustascia Ante Pavelic, alleato di Hitler e Mussolini, molti altri politici e ufficiali collaborazionisti e migliaia di simpatizzanti degli ustascia e del fascismo. Kitarovic ha anche affermato di "essere fiera di tutte le generazioni di croati che sono andate in Argentina e che hanno condiviso il destino del popolo croato sotto il regime comunista jugoslavo".
Queste posizioni revisioniste della presidente croata hanno provocato una valanga di condanne e critiche da parte delle opposizioni di sinistra e di buona parte della stampa. Ha reagito con una lettera aperta anche Effraim Zuroff, direttore del Centro Simon Wiesenthal di Gerusalemme e noto 'cacciatore di nazisti'. Zuroff le ha chiesto se fosse fiera anche dei molti criminali di guerra, primo fra tutti il duce croato Pavelic.
In una nota, Kitarovic ha respinto le critiche, definendole "maliziose", e ricordando di aver personalmente più volte condannato il regime ustascia di Pavelic. "Solo individui maliziosi possono leggere nelle mie parole una glorificazione di un regime totalitario", ha detto. (ANSA).
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Durante un incontro con la comunità croata a Buenos Aires, Kitarovic ha detto "che molti croati dopo la Seconda guerra mondiale hanno trovato in Argentina uno spazio di libertà dove hanno potuto testimoniare il proprio patriottismo". La dichiarazione ha suscitato condanne da gran parte dell'opinione pubblica croata, essendo risaputo che dopo la vittoria in Jugoslavia del movimento antifascista e comunista del maresciallo Tito, in Argentina, sotto la protezione del regime filofascista e autoritario di Juan Perón, trovarono rifugio il duce croato, il leader ustascia Ante Pavelic, alleato di Hitler e Mussolini, molti altri politici e ufficiali collaborazionisti e migliaia di simpatizzanti degli ustascia e del fascismo. Kitarovic ha anche affermato di "essere fiera di tutte le generazioni di croati che sono andate in Argentina e che hanno condiviso il destino del popolo croato sotto il regime comunista jugoslavo".
Queste posizioni revisioniste della presidente croata hanno provocato una valanga di condanne e critiche da parte delle opposizioni di sinistra e di buona parte della stampa. Ha reagito con una lettera aperta anche Effraim Zuroff, direttore del Centro Simon Wiesenthal di Gerusalemme e noto 'cacciatore di nazisti'. Zuroff le ha chiesto se fosse fiera anche dei molti criminali di guerra, primo fra tutti il duce croato Pavelic.
In una nota, Kitarovic ha respinto le critiche, definendole "maliziose", e ricordando di aver personalmente più volte condannato il regime ustascia di Pavelic. "Solo individui maliziosi possono leggere nelle mie parole una glorificazione di un regime totalitario", ha detto. (ANSA).
