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A Est sindacati al lavoro per misure difesa impiego, salari

Confederazione europea condanna posizione Croazia

28 marzo, 20:35
(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO, 28 MAR - I sindacati in diversi Paesi dell'Europa centrale e orientale stanno negoziando con i governi nazionali e in vari casi sono già riusciti a spingere le autorità a introdurre misure forti per proteggere posti di lavoro e salari mentre infuria la pandemia di coronavirus. Non tutti i Paesi della regione tuttavia hanno seguito la stessa strada: l'esempio più negativo sarebbe quello della Croazia. Lo ha affermato la Confederazione europea dei sindacati (Ces), che ha sviluppato una serie di briefing sulla protezione dei diritti dei lavoratori durante l'emergenza coronavirus.

Fra gli esempi positivi segnalati dalla Ces, quello dell'Austria, dove le autorità e i sindacati hanno concordato un regime di lavoro a orario ridotto, con i lavoratori dalle paghe più basse che ricevono il 90% del loro stipendio, l'85% quelli a medio reddito e l'80% per i dipendenti con i salari più alti, ha illustrato la Ces. In Romania, i lavoratori continueranno invece a ricevere i due terzi del loro salario se non possono lavorare o se vengono temporaneamente licenziati a causa della pandemia.

In Bulgaria sono ancora in discussione misure di sostegno temporaneo. Tra esse, alcune prevedono un sostegno salariale a breve termine fino a tre mesi che coprirà il 60% della retribuzione del dipendente e dei contributi previdenziali dovuti. L'Ungheria ha annunciato una serie di misure economiche in aiuto alle imprese, tra cui l'esenzione del contributo sociale per i settori più colpiti dalla pandemia e l'allentamento delle normative sul lavoro, per facilitare accordi tra lavoratori e datori di lavoro. In Polonia, sono stati adottati nuovi provvedimenti già all'inizio di marzo.

Contemplano l'intervento dello Stato nel coprire il 40% della retribuzione media, mentre sarà a carico del datore di lavoro l'altro 40%, in caso di crisi grave. Sono previste anche forme di sostegno ai lavoratori indipendenti e misure di supporto finanziario per la custodia dei figli nel caso in cui le scuole rimangano chiuse per lungo tempo. In Slovenia, il governo ha sviluppato un nuovo regime per i licenziamenti temporanei, che prevede che i lavoratori ricevano l'80% del loro salario calcolato come media degli ultimi tre mesi, con il 60% dei costi salariali coperti dal datore di lavoro e il 40% dallo Stato.

Mentre diversi Stati della regione hanno introdotto misure di sostegno per i lavoratori, "i diritti del lavoro e dei diritti sociali sono stati sospesi in Croazia, che detiene attualmente la presidenza del Consiglio dell'Ue - una mossa che la Ces condanna fermamente", la denuncia della Confederazione.

In una lettera al primo ministro Andrej Plenkovic firmata dal segretario generale della Ces Luca Visentini, i sindacati europei hanno sostenuto che una legge sulla regolamentazione dei rapporti di lavoro durante l'epidemia di Covid-19 sarebbe in cantiere in Croazia, senza essere stata preceduta da consultazioni con i sindacati. Le misure legislative potrebbero avere un impatto fortemente negativo sui diritti dei lavoratori nel Paese Ue, ha sostenuto la Ces.

Diversi Paesi dell'Europa centro-orientale hanno nel frattempo introdotto o stanno prendendo in considerazione l'adozione di misure di sgravio fiscale, tra questi Bulgaria, Grecia, Lettonia e Romania. Inoltre, in alcune parti dell'Europa centrale e orientale, tra cui Lettonia, Austria, Bulgaria, Grecia, Polonia e Romania, sono state prese in considerazione o già implementate misure nazionali per evitare licenziamenti collettivi e individuali, provvedimenti a sostegno di lavoratori licenziati o dipendenti che devono assentarsi dal lavoro per la cura dei figli.

"I sindacati in tutta Europa sono impegnati a far sì che le persone non debbano scegliere tra il rimanere al sicuro a casa o il pagamento delle bollette durante la crisi del coronavirus", evitando allo stesso tempo "la prospettiva di un'altra devastante crisi economica in aggiunta all' emergenza sanitaria", ha dichiarato la vice segretaria generale della Ces, Esther Lynch. "I governi che devono ancora agire dovrebbero seguire il modello offerto" da altri esecutivi "in tutta Europa e sedersi a un tavolo con i sindacati concordando misure che garantiscano il sostentamento dei lavoratori e la salute pubblica", ha aggiunto Lynch. (ANSA).

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