Il Vaticano rafforza il fronte dell'anti-corruzione, in particolare per quanto riguarda la trasparenza e il rispetto della concorrenza nell'affidamento degli appalti pubblici. Proprio in materia di lotta alla corruzione, un protocollo di intesa è stato firmato oggi dal prefetto della Segreteria per l'Economia, il padre gesuita Juan Antonio Guerrero Alves, e da Alessandro Cassinis Righini, revisore generale ad interim.
"Le due Autorità della Santa Sede - ha spiegato la Sala stampa vaticana - collaboreranno in maniera ancora più stretta nella identificazione dei rischi di corruzione e per una efficace attuazione delle norme sulla trasparenza, il controllo e la concorrenza dei contratti pubblici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano recentemente approvate".
Si tratta di dare corso all'attuazione concreta del nuovo codice vaticano per i contratti e gli appalti - le "Norme sulla trasparenza, il controllo e la concorrenza dei contratti pubblici della Santa Sede e dello della Città del Vaticano" - varato da papa Francesco il 1/o giugno scorso con un Motu proprio. La nuova legislazione ha assunto tra l'altro i principi della Convenzione Onu contro la corruzione. In sostanza, in Vaticano le gare d'appalto saranno all'insegna della trasparenza con la partecipazione di operatori economici a pari condizioni. La Santa Sede si è dotata di una centrale unica per gli acquisti e di un Albo per gli operatori economici che vorranno partecipare alle gare per forniture di beni e servizi.
Una normativa puntuale e articolata, quella introdotta da papa Bergoglio, che mette in soffitta la prassi degli affidamenti dei lavori sulla base di conoscenze, gli "amici degli amici", e la parcellizzazione delle decisioni ente per ente. E oltre che a combattere interessi privati e corruzione, in questo periodo in cui il mondo è messo in ginocchio dalla crisi del Covid-19, le nuove norme consentiranno al piccolo Stato anche di risparmiare sulle spese e provare a risollevare i conti dissestati dall'emergenza.
Tra le altre norme, niente cantieri o forniture per gli evasori o le società che hanno sede nei paradisi fiscali. Ma la strada è sbarrata anche a chi sfrutta il lavoro minorile o a chi è stato condannato per appartenenza alla criminalità organizzata. Norme precise disciplinano il conflitto d'interessi con il divieto di essere nelle commissioni giudicanti se si è parenti fino al quarto grado con persone legate alle società interessate. Ad ispirare il nuovo codice è il principio giuridico del "buon padre di famiglia".
La nuova normativa "consentirà di ridurre in modo notevole - ha assicurato il Papa nell'introduzione al suo Motu proprio - il pericolo di corruzione di quanti sono chiamati alla responsabilità di governo e di gestione degli Enti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano". Concorrenza leale e trasparenza in materia di appalti e contratti pubblici consentiranno anche "una migliore gestione delle risorse che la Santa Sede amministra per conseguire i fini che della Chiesa sono propri".