La possibilità concessa ai parenti
fino al sesto grado di aiutare gli agricoltori nelle loro
attività, purché a titolo gratuito, "è un intervento positivo
per le attività agricole, e relative attività connesse, che
consente di avvalersi di una platea più ampia di soggetti in una
situazione in cui con l'emergenza Coronavirus è diventato più
difficile il reperimento della manodopera per le necessità
produttive". E' il commento di Michele Mellano, direttore di
Coldiretti Torino.commentando il punto del decreto Cura Italia
in base al quale per l'emergenza Coronavirus le attività
prestate dai parenti e affini fino al sesto grado non
costituiscono rapporto di lavoro né subordinato né autonomo, a
condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito.
"Potranno dunque collaborare alla raccolta dei prodotti agricoli
anticipata dal caldo inverno - aggiunge Fabrizio Galliati,
presidente di Coldiretti Torino .- anche nonni, genitori, figli,
nipoti, suoceri, generi, nuore, fratelli, zii, cugini, figli di
cugini, cugini dei genitori e figli dei cugini dei genitori,
fratello/sorella del coniuge, zio del marito rispetto alla
moglie e viceversa, cugino/a del marito rispetto alla moglie e
viceversa".
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