Niente uova, colombe e specialità
di pasticceria artigiana sulle tavole pasquali. Ne vieta la
vendita un'interpretazione governativa del Dpcm dell'11 marzo in
materia di contenimento dell'emergenza Covid-19, in base alla
quale le imprese artigiane di pasticceria, obbligate alla
chiusura, non possono vendere i loro prodotti nemmeno attraverso
la modalità di asporto che è consentita invece ad altre
attività.
Secondo Confartigianato, "lo stop alla produzione e vendita
delle pasticcerie rappresenta un'assurda discriminazione
rispetto ai negozi e alla grande distribuzione, ai quali è
invece permessa la commercializzazione di prodotti dolciari. Il
lockdown di colombe, uova e dolci tipici pasquali determina in
Piemonte perdite per 40 milioni di euro in un mese, che si
scaricano su circa 1.600 pasticcerie e gelaterie, di cui 1.200
sono imprese artigiane, circa il 76% del settore".
"Dobbiamo essere tempestivi e concreti per evitare che
dall'emergenza sanitaria si passi a un'emergenza sociale che non
ci possiamo permettere - commenta Giorgio Felici, presidente di
Confartigianato Piemonte - Abbiamo bisogno di un Piano
Straordinario per la liquidità delle Imprese, di un'ingente
erogazione di credito, con la garanzia 100% dello Stato, che ci
possa consentire la ripresa".
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