"Di parole su questa guerra, e sui
suoi morti, ne abbiamo sentite per tre mesi. Questo è il momento
di stare zitti e di ricordare, ognuno come crede, i propri
morti". Così Piero Chiambretti, intervenuto oggi pomeriggio al
rito laico in ricordo dei defunti del Coronavirus al Mauriziano
di Torino, l'ospedale in cui è stato ricoverato perché positivo
al virus lo scorso marzo e in cui la madre Felicita, 83 anni, è
morta per Covid.
Nel giardino all'angolo tra corso Rosselli e corso Re
Umberto, i morti durante l'emergenza - 130 dal 12 marzo al 18
maggio su circa 500 accessi - sono stati commemorati alla
presenza dei famigliari e dei sanitari che li hanno assistiti.
Simbolo di rinascita e speranza un ulivo, attorno al quale, sono
state condivise le narrazioni di parenti, medici e infermieri.
Il gruppo 'salutearte' dell'ospedale Mauriziano di Torino ha
lavorato con il direttore generale Maurizio Dall'Acqua e il
servizio di psicologia, e con la partecipazione dell'antropologo
Marco Aime, a questa azione di umanizzazione delle relazioni e
dei luoghi di cura secondo la metodologia di teatro sociale e di
comunità. Un rito laico "perché sia di tutti, un evento
collettivo di raccoglimento e di riflessione per dare ancora un
ultimo saluto - spiega il Mauriziano - a coloro che ci hanno
lasciato e per rimettere al centro il prendersi cura delle
persone, delle famiglie e della comunità".
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