L'incertezza sugli impianti
sciistici "è insostenibile" perché per molti paesi di montagna
lo sci "è l'unica fonte di sostentamento". Lo scrive, in una
lettera ai ministri Speranza, Franceschini e Spadafora e al
governatore del Piemonte Cirio, il sindaco di Sauze d'Oulx,
rinomata stazione invernale della Valle di Susa (Torino). Mauro
Meneguzzi.
"A distanza di 10 mesi dalla sospensione dell'attività -
ricorda Meneguzzi -, contrariamente a quanto avvenuto, ad
esempio, negli Stati Uniti o in Svizzera, non è stato ancora
possibile definire delle linee guida che permettano la
convivenza dell'attività sciistica all'aperto con l'evoluzione
della diffusione del virus. Vediamo quotidianamente ad esempio,
nei centri urbani, soprattutto nei grandi centri commerciali,
numerosissimi assembramenti di persone, a breve avremo sotto gli
occhi i grandi affollamenti di studenti all'ingresso ed uscita
dalle lezioni, ci chiediamo perché lo sci debba restar al palo".
Il Sindaco Meneguzzi non nega "la gravità della situazione
sanitaria", ma chiede "però chiarezza nelle decisioni e
soprattutto una progettualità in prospettiva, finalizzata ad una
ripresa in tempi, magari lunghi, ma certi. Non possiamo
accettare questo pantone di colorazioni, che variano ad
intervalli di pochi giorni: impedisce una qualsiasi
programmazione".
La data di riapertura annunciata dal ministro Speranza è il
18 gennaio: "Ma che colorazione avremo e quando ci sarà dato di
saperlo? - sono le domande di Meneguzzi - Saranno state
definitivamente determinate le linee guida per l'apertura degli
impianti di risalita? Saremo aperti magari per qualche giorno e
poi verremo chiusi di nuovo? Aprire una stazione sciistica
comporta una lunga programmazione, i montanari non chiedono
elemosine, vogliono lavorare e continuare a fornire ai turisti
il servizio di eccellenza di un'industria che contribuisce in
modo significativo a quel 14% che rappresenta il turismo nel pil
nazionale".
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